La denatalità ferma il futuro
Culle vuote
di Amanzio Possenti
E’ un‘ Italia dalle culle vuote, un pesantissimo record negativo che si trascina da oltre trent’anni e che la affonda fra i Paesi europei.
‘Se la famiglia non sarà al centro del presente, non ci sarà futuro; se le famiglie ripartono, tutto riparte’, ammonisce Francesco, che precisa: ’La vita è il primo dono che ciascuno ha ricevuto. Un figlio è un dono più grande per tutti e viene prima di tutto’.
Parole illuminanti, dirette a valorizzare la natalità che sta subendo grosse limitazioni, al punto che la bassa fertilità italiana presenta un tasso che nel 2019 si attestava attorno all’1,39 per donna: di questo dramma acuto si è parlato agli Stati Generali sulla Natalità, presente, con il Papa, il presidente del Consiglio Draghi.
Problema di alta attualità, va affrontato anche con strumenti di aiuto concreto, da perpetuare se si desidera dare una scossa positiva alla drammatica situazione: nasce da luglio - annuncia Draghi - e sarà ampliato da gennaio 2022 a vaste dimensioni lavorative il cosiddetto assegno unico universale, importante trasformazione epocale che si aggiungerà agli assegni esistenti.
Giustamente il presidente afferma: ’Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha futuro’. Prospettiva di forte preoccupazione per un Paese che continua a ridurre sensibilmente la sua popolazione, primatista in negativo, con un calo che mette in rilievo la pochezza delle nascite con il raddoppio di presenza degli ultranovantenni.
Se a questo stato di fatto si aggiunge che l’Italia è fanalino di coda nell’Unione Europea in tema di matrimoni, è evidente il quadro precario sul domani delle famiglie.