Dove abita l'infinito
Trascendenza , potere e giustizia
di Silvano Petrosino - Vita e Pensiero Editrice
Il potere ha sempre cercato di utilizzare la religione per i propri scopi di conquista e di autoconservazione.
E ogni religione ha dentro di sé l’attrazione per il potere e l’inclinazione a manipolare Dio.
Anche la religione biblica. Anche il grande re Davide, del quale si racconta – nella Scrittura – il desiderio di costruire una casa a Dio, il Tempio.
Ma Dio rifiuta: non ha bisogno di un luogo dove abitare. Abita già in uno spazio delimitato, ma dentro il popolo di Israele e nelle sue buone relazioni, quelle improntate alla giustizia. Il vero modo di servire Dio – che evita il rischio di servirsene – è dedicarsi alla giusta guida del popolo, al prendersi cura degli uomini e della creazione tutta.
Attorno a questo nucleo Petrosino sviluppa una riflessione originale sui temi contigui dell’abitare, dell’ospitalità, del rapporto tra l’alto e il basso, tra il costruire e possedere.
Sullo sfondo sta la polemica con il ‘partito di Dio’ – cioè coloro che si interessano di Dio, mossi sotto sotto dall’intento di manipolarlo a proprio vantaggio – e l’intuizione dell’originalità della rivelazione biblica: l’Altissimo, l’In-finito, ha sempre a che fare con il bassissimo, con coloro che ‘sono a terra’, con il finito.
È lì che prende dimora, che lo si può trovare.