Agroalimentare
di Redazione
Secondo l'analisi condotta dall'ASviS, l’indicatore composito relativo al Goal 2 "Sconfiggere la fame" ha registrato in Italia un miglioramento dal 2010 al 2015 - dovuto principalmente all’incremento della produzione per unità di lavoro delle aziende agricole e della quota di superficie agricola utilizzata per coltivazioni biologiche – per poi seguire un andamento stabile nei successivi quattro anni.
Se infatti da una parte si riscontra un incremento delle coltivazioni biologiche e della produttività del lavoro, dall'altro peggiora il margine operativo lordo per le piccole aziende e l’indicatore della buona alimentazione, misura della quota di popolazione che consuma quotidianamente almeno quattro porzioni di frutta e/o verdura. Questo dato nel 2019 registra il peggior valore (17,7%) dal 2010.
Secondo l’Istat, nei primi due trimestri del 2020, rispetto al trimestre precedente, l’agricoltura ha registrato diminuzioni del valore aggiunto, riduzione delle unità di lavoro ma anche contrazione dei redditi da lavoro dipendente. In base a queste informazioni, gli effetti negativi della crisi sul settore agricolo e il peggioramento della qualità della alimentazione rendono probabile un effetto complessivo negativo della pandemia su questo Obiettivo.
Inoltre, entro il 2020 era previsto il raggiungimento del Target 2.5, volto ad “assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini”, promuovendo l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.
L’Italia non ha ancora ratificato il Protocollo di Nagoya sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa condivisione dei benefici (sottoscritto nel 2011) a cui fa riferimento il Target, né ha adottato le relative misure stabilite a livello Ue.
l'Asvis propone di incentivare e sostenere l’innovazione nei modelli, metodi, strutture e strategie del sistema food al fine di conservare le risorse del suolo e le risorse idriche, ridurre la siccità, i parassiti e altre minacce climatiche; di agire con azioni di recupero delle risorse alimentari e ridistribuzione alle persone in difficoltà, oltre a introdurre interventi per la riduzione dei prezzi attraverso strategie di innovazione commerciale: di attivare sistemi di etichettatura per consentire ai consumatori di scegliere un’alimentazione sana e sostenibile; di potenziare le politiche urbane del cibo incentivando gli enti locali ad adottare specifiche politiche locali del cibo.