#278 - 21 gennaio 2021
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Editoriale

Attese

di Dante Fasciolo

IL calendario delle prossime 2 settimane,
in cui questo numero del giornale sarà in rete,
segna importanti date da ricordare.
Sembra ieri, ascoltare la sua voce divenuta fioca
“Vieni, voglio rilasciare l’ultima intervista”.
L’estate del 1977 volgeva al temine, lo raggiunsi a Gardone.
Raoul Follereau, l’Apostolo dei lebbrosi
finì i suoi giorni terreni il 6 dicembre.
Il 26 gennaio si celebra, come ogni anno,
la Giornata Mondiale dei malati di lebbra
e desidero ricordarlo con alcune ultime parole
raccolte con umiltà in quella sua ultima intervista
presente in questo giornale.
“Nessuno potrà mai essere felice finchè
ci sarà nel mondo un uomo infelice”;
L’invito di Follereau è stato costantemente indirizzato
all’abbraccio universale della specie umana…
e come calzano le sue parole scorrendo le date
da tenere a mente nei prossimi giorni…
sembrano anelli di una tenace catena:
c’è da ricordare il Giorno della Memoria il 27,
dedicato alla Shoah e alla fine dell’incubo dei lagher nazisti;
il 2 febbraio è la Giornata della Vita,
e il pensiero va ai tanti dinieghi, alle tante sofferenze,
alle tante indifferenze che connotano la convivenza…
non serve aggiungere altre parole.
Anno 2021 dopo Cristo, l’uomo della Redenzione,
ancora un miliardo di persone non hanno cibo,
negata l’istruzione e la salute, negata la vita.
Armi micidiali sono i giocattoli che i potenti usano
nel gioco perverso della geografia mondiale.
Un’ultima data, 1° febbraio 1958,
al Festival di San Remo vince Domenico Modugno:
“Volare”.
fu accolto come un urlo liberatorio,
lo stesso che ciascuno di noi sente crescere prepotente
nell’asfittico e stanco e contraddittorio svolgersi
di una vita quotidiana personale e collettiva.

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