Complesso San Michele - Roma
Viaggio in Italia
di Giovanni Gargiolli
Una iniziativa dell' Istituto Centrale
per il Catalogo e la Documentazione
Un grande affresco fotografico,
un itinerario tra storia e arte
“Viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli” è il titolo di una mostra fotografica allestita a Roma presso l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – Complesso San Michele, aperta fino al 30 gennaio.
200 fotografie per celebrare Giovanni Gargiolli, il quale ebbe per primo l’incarico di documentare il patrimonio culturale italiano: esperto di ottica, fisica e ingegneria, seppe convertire la fotografia in strumento di documentazione.
Positivi storici, lastre negative e stampe moderne, un fascinoso percorso per immagini, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, che seguono l’attività del fotografo fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale, la struttura ministeriale che dalla fine dell’Ottocento a oggi ha il compito di documentare fotograficamente il patrimonio culturale italiano. Un’Italia riunificata da poco, di una bellezza struggente, incontaminata, che mostra i segni del nuovo che avanza, delle ferrovie, delle linee elettriche, ma anche le presenze umane, di ogni ceto sociale, mai retoriche e mai enfatiche.
Il Viaggio in Italia di Gargiolli è anche un viaggio a ritroso nell’attività della struttura di tutela del patrimonio: fotografie di restauri dell’epoca dei ponteggi di legno, di cicli pittorici documentati in previsione della loro distruzione, di collezioni private poi andate disperse, di scavi, di rinvenimenti e lascia intravedere il paesaggio italiano, nella sua fusione di natura e segni di antica antropizzazione, ruderi e lavori agricoli.
Già dal 1890 Gargiolli auspica che l’amministrazione delle Belle Arti si doti di una struttura dedicata alla produzione di fotografie del patrimonio culturale italiano, non commerciali, non elaborate per abbellirle e venderle meglio, dedicate alla registrazione di ogni più minuto dettaglio. L’amministrazione pubblica lo incarica di documentare cantieri di restauro e di scavo, rinvenimenti, cataloghi, mostre, richieste di esportazione.
E lo stesso Gargiolli, primo direttore di quello che sarà a partire dal 1923 il Gabinetto Fotografico Nazionale, è lo scienziato e l’artefice visivo che aiuta i padri fondatori della storia dell’arte italiana, Adolfo Venturi, Pietro Toesca, Corrado Ricci, a rimettere insieme la trama del percorso artistico nazionale. Insieme indagano e misurano pulpiti romanici, palinsesti di pitture murali, ruderi classici trasformati in ricoveri per attrezzi agricoli, in un viaggio in un paese straordinario dove ogni borgo sperduto conserva tracce e impronte di una creatività senza pari.
L'esposizione si vuole ricollegare, riprendendone il nome, sia al grande viaggio fotografico compiuto negli anni Ottanta da Luigi Ghirri e dal gruppo di interpreti del paesaggio radunatosi intorno a lui, sia, andando a ritroso, all’omonimo viaggio letterario di Guido Piovene, che negli anni Cinquanta contribuì a rivelare agli italiani il paese rimessosi in cammino dopo la seconda guerra mondiale. Ma prima ancora, si ricollega alla tradizione europea del Grand Tour, nata nel Settecento.
'Il Viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli' è quindi un viaggio a ritroso nella Direzione generale delle antichità e belle arti, per la quale Gargiolli lavorava. Emergono fotografie di vecchi restauri, di cicli pittorici documentati in previsione della loro distruzione, di collezioni private andate disperse, di scavi, di rinvenimenti.
Si intravede il paesaggio italiano, nella sua fusione di natura e segni di antica antropizzazione, ruderi e lavori agricoli. E’ un viaggio a ritroso anche nella storia delle attrezzature antiche e delle antiche tecniche fotografiche, stampe all’albumina, aristotipie, gelatine d’argento virate, che fanno bella mostra di se all’interno del piccolo Museo della fotografia attiguo alle sale della mostra romana.