#115 - 22 dicembre 2014
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Poesia

Il semaforo

di Antonio Bruni

E' pieno di suoni l’albergo
quell’uomo è stanco del viaggio
la polvere addosso ingrigisce

qual è il mio nome? si chiede
solo ossa qui sotto il mantello
gli viene la nausea degli anni

trascorsi a girare nel mondo
discorsi palazzi e incontri
le pagine scritte per gli altri

aveva narrato gli odori
di gente affannata e di urla
colori lussuosi e la pelle

la voce e l’interno di donna
di tutto intuisce la fine
superbia progetti e menzogne

si muove tra strade del borgo
trambusto di gente affannata
e vede passare una coppia

la donna col grembo evidente
più vecchio emaciato il compagno
in cerca di un posto immigrati

lui pensa a intervista una storia
da dare al giornale in attesa ma
dai poveri quale notizia ?

l’angoscia rappresa in torpore
decide di chiudersi al cinema
in cerca di un’ora di inganno

quando esce fa scuro negli occhi
semaforo impone una sosta
in tasca si conta la vita

un secolo chiude e domani
un altro reclama speranza
son ricco ma un figlio mi manca

perché non ricerco la coppia?
io posso comprare quel bimbo!
d’intorno aumenta il frastuono

domanda pagando trovarli
la folla inghiotte i richiami
appannano il cielo le insegne

lontano si accende una stella:
laddove finisce il tumulto
su paglia è nato il bambino.

Il semaforo

La cupola e la tenda

Sfarzosa abbagliante grandiosa
si erge città di palazzi
protervi complessi intriganti

giardini adornano gli attici
insegne e araldici stemmi
per ogni facciata un racconto

dai piani più alti si scruta
il medio centrale di uffici
distanti quartieri più spogli

è come se fosse protetta
da cupola in gas impalpabile
calotta di nitido vetro

cartello silente la domina
figuri diversi invischiati
cravatte canotte sottane

con tonache caschi e alamari
profumi belletti sudori
di sordidi luoghi di svago

li unisce in congrega segreta
tangente denaro liquame
non puzza si accumula in pozzi

corrotto corrompe e dilaga
affari immediati su urgenze
cantieri avviati e sospesi

arriva una misera coppia
ha appena eluso il confine
passando in spinoso sentiero

un asino e un ventre rigonfio
il trio è lacero e goffo
in cerca di un letto e accoglienza

lontano e ignoto ospedale
c’è un campo di profughi aperto
lo Stato annuncia assistenza

ma dentro infernale abbandono
baracche tra fango e rifiuti
è libera solo una tenda

è morto il vecchio occupante
li accoglie il suo cane in attesa
giaciglio e la donna si stende

è notte lei già trascolora
la illumina fissa una stella
il bimbo che è nato risplende

accorrono i miseri intorno
intonano in lingue mischiate
speriamo in colui che è incarnato!

e l’urbe affannata sonnecchia
la fogna dei soldi la ubriaca
ignora l’evento che è storia.

Natale 2014 Capodanno 2015
www.antoniobruni.it

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