Installazione dell'artista Renata Rampazzi già presentata alla Fondazione G. Cini di Venezia.
Roma - Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Cruor di Renata Rampazzi
14 dipinti, una serie di bozzetti e un'installazione fino al 18/1/2021
di Eva Mari
Cruor, sangue in latino, è un tema che ha radici antiche: il sangue di Cristo, il sangue dei martiri sono all’origine stessa dell’arte cristiana e sono state affrontate nei modi più diversi al mutare delle circostanze storiche. In questa occasione manifesta l’urgenza dell’artista a riflettere sul tema della violenza sulle donne.
Le opere della Rampazzo, che coprono un arco temporale dal 1977 al 2020, si declinano in Composizioni, Ferite, Sospensioni Rosse, Lacerazioni, sino ad arrivare all’installazione Cruor del 2018.
Mischiando terre e pigmenti, Renata Rampazzi ha dipinto una trentina di garze, simbolo delle medicazioni delle ferite subite dalle donne, in una variazione di rossi, dal più tenue al più vivido. Appesi al soffitto su piani sfalsati, come una sorta di cortine da palcoscenico, questi lunghi drappi di 4x1 metri invitano il visitatore ad addentrarsi in un labirinto emotivo, in cui si penetra nella sofferenza e nella privazione della propria identità a causa della violenza, grazie anche alla coinvolgente atmosfera creata dalle musiche di Minassian, Ligeti e Gerbarec.
Nell’intento dell’artista la mostra vuole essere un viaggio nel quale il visitatore debba sentirsi coinvolto fisicamente, un percorso emotivo che non tanto illustri, quanto evochi in un’alta tensione morale e intellettuale il tremendo fenomeno della violenza sulle donne, raccontato non in maniera manifesta ma tuttavia evidente e urgente, grazie al colore rosso presente su tutte le opere esposte.
È prevista una tavola rotonda che affronta da diversi punti di vista ed esperienze il tema della violenza nei confronti delle donne.
A confrontarsi su questo argomento: Dacia Maraini, scrittrice, Luciana Castellina, politica, Chiara Valentini, giornalista e saggista Margarethe Von Trotta, regista, Francesca Medioli, storica, Massimo Ammanniti, psicanalista, e la stessa Renata Rampazzi.
La mostra è accompagnata da un catalogo (Edizioni Sabinae, bilingue italiano, inglese) con testi di Dacia Maraini, Maria Vittoria Marini Clarelli e Claudio Strinati e una testimonianza dell’artista.
Parte delle vendite del catalogo è devoluto all’Associazione Differenza Donna.