Spiragli
di Dante Fasciolo
Da sempre la morsa italiana
fatta di secolare povertà, analfabetismo,
scarsa attitudine all’innovazione
ha ristretto le possibilità di sviluppo
ai suoi cittadini costretti ad emigrare
a caccia di fortuna e di un sogno,
e tra questi molti giovani sottratti all’agricoltura,
alle nascenti industrie, allo studio scientifico.
Sono passati in fretta gli anni buoni
in cui qualcosa ha smosso risorse e impegno,
e un nuovo sogno più vicino e possibile
si è affacciato alla speranza di popoli
decisi a camminare insieme.
Questo sogno ha un nome antico: Europa
e la sua età intreccia storia e futuro.
Alla prova dei fatti, deposte le armi,
non sempre l’impresa è stata all’altezza delle aspettative,
le diffidenze si sono sommate agli egoismi nazionali,
gli interessi economici hanno surclassato la solidarietà,
residue idee egemoniche, e tentazioni
di nuovi ricatti e sfacciati privilegi,
hanno occupato alcune stanze del debole potere comune.
Ci voleva l’attacco di un nemico invisibile,
una piovra del male capace di allungare i suoi tentacoli
nell’indifeso tessuto umano a spingere azioni
di resipiscenza e di riconoscimento comunitario
che facendo leva su risorse economiche comuni
ha saputo riconoscere esigenze sociali,
ma ancor più ha risvegliato dal torpore della burocrazia
nuove forze pronte coi fatti a dare nuovo senso.
Le decisioni che in molti auspicavamo
aprono spiragli veri ai giovani di oggi e di domani,
non più migranti, ma cittadini d’Europa.