Per il "Giorno più bello"
Moglia - (Mantova)
Museo del Matrimonio
sSudio appassionato del fotografo Gianni Bellesia
di Alessandro Gentili
La collezione del Museo del Matrimonio raccoglie oggetti e documenti relativi alla storia del matrimonio dal 1450 ai giorni nostri.
Esso è frutto dello studio appassionato del fotografo Gianni Bellesia che, in oltre quindici anni di ricerche, ha messo assieme curiosità , oggetti, libri e materiale storico veramente unici e rari.
Il piccolo museo del matrimonio, racconta l’evoluzione del gusto e delle abitudini nuziali nel corso degli ultimi secoli della nostra storia recente.
Attraverso vecchie immagini, antichi apparecchi fotografici, bomboniere, libri, accessori e centinaia di curiosi oggetti e documenti, è possibile fare un viaggio indietro nel tempo attraverso la storia di quello che da sempre viene considerato “Il giorno più belloI".
A fianco delle immagini del Museo, ecco due poesie di due poeti diversi per temperamento e lontani per geografia e tempo vissuto.
Tu m’hai esaltato secondo il tuo amore,
io che sono un uomo
in mezzo agli altri
immerso nella volgare corrente, sballottato
dal mutevole favore del mondo.
M’hai fatto largo là dove i poeti
vanno a deporre le loro offerte,
e amanti dagli illustri nomi
si salutano attraverso le ere.
Persone indifferenti
m’incrociano al mercato,
ignorano che il mio corpo
sia diventato prezioso,
per le tue carezze… essi non sanno
che in me porto i tuoi baci,
come il sole
questo sigillo divino che l’accende
d’una fiamma inestinguibile.
Rabindranath Tagore
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia...
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Pablo Neruda