Il Buon-Senso
di Dante Fasciolo
Come una preghiera che si invoca
al Santo Protettore ogni volta
ci sbarra la strada un problema,
ecco ciascuno di noi invocare il Buon-Senso
ogni qualvolta riteniamo sia verità certa
la tesi che sosteniamo di fronte
ad altra tesi a noi indigesta
Negli ultimi due mesi
abbiamo trascinato il peso del Buon-Senso
lungo il sentiero del nostro piccolo calvario,
lo abbiamo accolto e rispettato
per timore ed amor proprio…
perché dopo la dura prova
saremmo usciti più bravi e rispettosi.
Dunque, ora, passata la paura,
o così crediamo sia,
non c’è più bisogno di pregare,
ma di una veloce riemersione
nel mondo del lavoro, delle relazioni,
e recuperare il dialogo perduto,
e l’abbraccio fisico con le realtà terrene…
Si, così detta il cuore, ma qui,
proprio qui, cade il muro del Buon-Senso:
la salutare nuotata nel mare del lavoro
s’impiglia nel tempestoso mondo del profitto:
le regole vengono stravolte
dalle lotte per il tempo e per lo spazio;
gli egoismi di sempre riemergono.
Tenaci prassi e le interpretazioni dei forti
che da sempre soffocano il respiro dei deboli,
ricalcano i sentieri più comodi ed esclusivi
incuranti delle palesi storture dei sistemi
che regolano pretestuosamente
una vita sociale, etica e morale
che mortifica l’essenza vitale di ogni uomo.
Usciremo migliori dopo la grande paura…!
Tutti lo abbiamo creduto e sperato…
La cima del calvario sembra raggiunta,
ci sentiamo tutti più leggeri…
Già! Le nostre spalle e la nostra coscienza
hanno lasciato cadere la responsabilità del Buon-Senso.