23 maggio - ONU - Giornata Internazionale delle tartarughe
La tartaruga e la farfalla
Favola
di Ruggero Scarponi
Quando ero molto piccolo ero affascinato dalle farfalle, mi sembravano delle piume animate o anche delle piccole nuvole con le ali e desideravo prenderle con le mani.
Yuuu! gridavo, ora vi prendo, vi prendo!
Ma per quanto mi sforzassi non riuscivo mai ad acchiapparle: mi sfuggivano inesorabilmente.
Accidenti come sono veloci! Appena avvicino la mano, subito scappano via.
Ma perché desideri tanto acchiapparle, mi chiese un giorno una vecchia tartaruga che viveva vicino alla nostra casa.
Perché sono belle! Risposi senza neanche riflettere.
Ma questo non è un buon motivo, ribatté l’animale, non tutto ciò che è bello ci appartiene.
Forse tu parli così perché sei lenta per natura e non riusciresti mai ad acchiappare una farfalla.
Ah sì! Ridacchiò la tartaruga, veramente lo credi?
Boh, risposi, tanto neanche io riesco a prenderle.
Poi quando divenni più grandicello, di tanto in tanto mi prendeva la voglia di rincorrerle.
Ma ahimè, quanti tentativi falliti!
Non c’era niente da fare, le farfalle non si lasciavano prendere.
Deluso abbandonai l’idea di catturarle finché un giorno la vecchia tartaruga non mi attraversò la strada.
Vedendomi pensieroso chiese: che cosa ti succede, perché sei così triste?
Le farfalle, dissi, le farfalle, non sono abbastanza veloce per acchiapparle, le ho provate tutte, ma loro mi sfuggono sempre.
Allora il saggio animale si fece una grossa risata e disse:
Ora guarda me, piccolo presuntuosetto, guarda attentamente quel che faccio e capirai.
Piano, piano, raggiunse il centro di un prato, tirò su la testa, annusò l’aria e si mise immobile.
Vista così con il collo tutto rugoso sembrava un tronco d’albero.
Tanto che dopo un poco una farfalla, incuriosita dal suo aspetto non vi si posò sopra.
Hai visto, disse la tartaruga strizzando gli occhietti: per attirare una farfalla non c’è bisogno di correrle dietro se sei abbastanza paziente e te ne stai fermo, sarà lei a posarsi su di te.
L’importante, però, concluse, è di lasciarla andare al momento giusto, perché le farfalle sono belle quando volano, nel chiuso di una mano, le loro ali non servono, la loro bellezza svanisce e non ci vuol nulla a farle morire.
Ma io non stavo ascoltando più il saggio animale. Sul dorso della mia mano si era posata un’altra farfalla e io mi trattenevo a stento dal ridere, perché ero proprio felice in quel momento.