#262 - 2 maggio 2020
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte di martedi 31 dicembre quando lascerà il posto al n° 359 - mercoledi 1° dicembre 2025 - CORDIALI AUGURI DI BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Televisione

televisione, gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Ci avviamo lentamente a recuperare i consolidati ritmi della normalità; si incontra più gente per le strade, aumenta sensibilmente il traffico veicolare, i cassonetti pubblici, come per magia, tornano ad essere stracolmi di spazzatura.
Le ultime due settimane sono state punteggiate da alcune immancabili ricorrenze rituali.

La più sonora è stata quella del 25 aprile dove da numerosi balconi si è cantato Bella Ciao, una canzone dal motivo orecchiabile che ha acquisito, soprattutto negli ultimi tempi, un notorietà internazionale, essendo stata intonata, con svariati accenti, nelle manifestazioni di protesta di mezzo mondo.

ZappingZapping

Si è visto il Presidente Mattarella, suggestivamente in solitudine all’Altare della Patria, fare propria la magistrale lezione scenografica di Papa Francesco.
Spigolando nel web, non possiamo esimerci dal registrare – anche quest’anno, come sempre – un bordone di insofferenza e di malcelato (e a volte manifesto) dissenso verso una festività che le Istituzioni insistono a definire “di tutti gli italiani”. Lo sarà senz’altro, a condizione di revocare la nazionalità italiana ai “fascisti” ed ai “nazifascisti”, come vengono sbrigativamente liquidati i tiepidi, i freddi e i polemici (aggiungiamo di passata che “nazifascismo” è espressione grossolana attribuibile a ignoranza storica o a malafede: sarebbe come definire gli Alleati, “demosovietici”). Il 25 aprile è un giorno evidentemente divisivo: ma come può una festa nazionale essere divisiva? Anche nella scelta delle festività nazionali, le istituzioni hanno perso drammaticamente il contatto con l’Italia reale. Abbiamo letto qualche giorno fa un ottimo articolo di Stefano Zecchi su Panorama da cui estrapoliamo uno stralcio: “Ma di quale vittoria si tratta? L’Italia non ha forse perso la guerra? Si risponde:la vittoria sul nazifascismo. Ma non sono stati gli anglo-americani, dopo aver devastato con i loro bombardamenti le città italiane, ad aver vinto l’esercito tedesco e quel poco della Repubblica Sociale Italiana? Incontestabile. Allora? Alleate del vittorioso esercito anglo-americano c’erano le formazioni partigiane. D’accordo, ma tutte, non solo quelle comuniste, anche quelle cattoliche, liberali, socialdemocratiche, monarchiche...Le altre formazioni partigiane (quelle non comuniste n.d.r.) non si nascondono il fatto che c’era stata in Italia dopo l’8 settembre del ’43 una guerra civile e che, se s’inneggia alla vittoria italiana, questa è la tragica vittoria in una guerra civile”.

ZappingZapping

Sotto tono quest’anno anche la stucchevole festa del 1 maggio, orfana del grande concerto di Piazza San Giovanni annullato a causa del virus: una ricorrenza gabellata come festa di tutti i lavoratori ma che di fatto, a meno che non si voglia essere a tutti i costi miopi e sordi, con palmare evidenza, è stata monopolizzata di una ben individuabile fazione politica.

ZappingZapping

In questi giorni, si è svolta un’altra ricorrenza annuale, insieme più mesta e più composta: è presente in Italia una piccola, dignitosa, non schiamazzante comunità armena che ogni 24 aprile ricorda lo sterminio perpetrato dai turchi, nel 1915, durante l’impero ottomano.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.