Un ragazzo di quindici anni racconta i suoi giorni
Diario da una Milano deserta
Tra ansia e speranza
Come si vive al tempo del coronavirus
Di Lorenzo Borghese
Tutto iniziò venerdì 21 febbraio: era un normalissimo giorno di scuola, io sono entrato in classe tranquillo e ho visto prima di spegnere il telefono una notizia di un primo caso di Coronavirus in Lombardia.
Da quando ho letto quella notizia ho cominciato ad essere un po’ preoccupato perché sapevo che quella malattia era una cosa molto pericolosa che girava in diversi paesi, era partita della Cina e si stava diffondendo in Italia.
Quando sono tornato a casa sono ho appreso che il primo caso di cui avevo letto si era registrato proprio in un paesino vicino a Milano e sono stato un po’ in ansia. Preso dalla mia routine, quella notizia mi è passata un po’ di mente. Sono andato a giocare a tennis come faccio tutti i venerdì, poi sabato sono uscito normalmente per andare a fare una passeggiata e tutto sembrava tranquillo, ma domenica mattina ho acceso la televisione e, ascoltando il telegiornale, ho sentito che dal lunedì 24 febbraio le scuole sarebbero state chiuse per via di questa malattia.
Così, dal momento che le scuole erano chiuse ho deciso di modificare un po’ le mie giornate, soprattutto ora che restavo a casa mentre i miei genitori erano impegnati al lavoro. Ho dedicato ogni giorno più tempo al mio cane con il quale sono uscito limitando il percorso della passeggera secondo gli ordini del sindaco. E purtroppo, tornando a casa, accendendo la televisione, ogni giorno ho visto aumentare il numero delle persone ammalate e quelle decedute, e ogni giorno la situazione peggiorava. Ora quasi tutti i negozi hanno chiuso, le strade si sono svuotavano e tutti siamo costretti a restare chiusi in casa. Mi è venuta una grande angoscia. Molte volte in televisione hanno fatto vedere una foto della piazza del Duomo di Milano completamente, vuota sembrava il 15 agosto, tutti i bar dove si andava a bere un aperitivo chiusi.
Dopo qualche giorno ancora, hanno purtroppo chiuso il tennis e anche il teatro che frequentavo e ho cominciato ad annoiarmi tanto perché erano le attività che mi facevano passare il tempo; per fortuna il teatro ha avuto la bellissima idea di fare le lezioni a distanza proprio come faccio con la scuola; questa idea mi piace molto... però non è la stessa cosa perché non posso camminare sul palco, non posso stare dietro le quinte e non posso stare con i miei amici… alla fine anche se non è il massimo vedo la mia insegnante e i miei amici online e anche se il teatro è chiuso, la nostra insegnante ci fa fare un sacco di cose, come per esempio fare esercizi con la voce, cantare delle canzoni e leggere favole scambiandoci i ruoli.
Ormai sono passati parecchi giorni da quando questa epidemia è entrata in Italia e ha sconvolto le nostre vite, da adesso in poi si può uscire ma solo con la mascherina e fare una passeggiata solo vicinissimo casa, in una stradina lontana dal centro.
Da quando è iniziata questa quarantena il mio tempo lo passo la mattina con le videolezioni e il mercoledì pomeriggio faccio la live col teatro, poi ho scoperto che in casa si possono fare un sacco di cose, per esempio si possono cucinare torte appetitose e fare lavori domestici.
Purtroppo la cosa che più mi dispiace è che ho dovuto rimandare tutti i viaggi che avevo programmato a partire dalle vacanze di carnevale e poi alle vacanze di Pasqua e se tutto questo andrà avanti dovremo pure fare dei cambiamenti sulle vacanze estive cioè non andare in albergo ma in residence dove siamo solo noi e non stiamo a contatto con altre persone.
Tutto ciò mi rende molto triste perché tutto l’anno aspetto con ansia di andare in montagna nel mio albergo del cuore. Anche se questa cosa si risolverà non sarà più come prima perché quando andremo nei posti tipo centro commerciale, ristoranti avrò comunque ancora ansia. Però spero che possiamo riprendere gradualmente le nostre attività e forse stare più tranquilli.