Usato in ogni dove fin dall'antichità
Il Corno
Strumento usato da Buddy Bolden inventore del genere musicale jazz
di Eva Mari
Il corno è uno strumento musicale a fiato che fa parte degli aerofoni e della sottofamiglia degli ottoni con canneggio conico.
Viene anche chiamato corno francese anche se non ne è chiaro il motivo considerando che l'antenato dello strumento moderno, il corno naturale, non ha avuto chiare origini nel paese transalpino, ma ha subito un'evoluzione un po' generalizzata in tutta Europa e veniva utilizzato prima come segnale di richiamo nelle battute di caccia e introdotto poi come strumento stabile nell'orchestra.
Per questi motivi, dal 1971, l'International Horn Society ha suggerito il termine corno per antonomasia.
Il corno è lo strumento a fiato con la più ampia estensione di registro, sono infatti possibili, potenzialmente, 5 ottave piene.
Il corno, nella versione moderna più comune con suono fondamentale Fa1, presenta un canneggio conico (anche se nella parte iniziale è parzialmente cilindrico) lungo 3,894 m, avvolto a spirale e terminante in una campana molto svasata. La piccola imboccatura ha una sezione conica, contrariamente agli ottoni di tipo cilindrico (tromba, trombone, etc.) che utilizzano bocchini con sezione a tazza. I corni odierni hanno il bocchino separabile dal corpo dello strumento, in modo che ogni strumentista possa scegliere il modello di imboccatura che più gli aggrada. Il suono viene prodotto grazie alla vibrazione delle labbra appoggiate sull'imboccatura, così come avviene negli altri ottoni.
Lo strumento antico, chiamato corno naturale, era senza valvole e poteva produrre solo gli armonici naturali: per via della lunghezza del canneggio e delle ridotte dimensioni dell'imboccatura produceva gli armonici più acuti e quindi più ravvicinati tra loro.
I corni moderni possiedono una "macchina" con almeno tre valvole, azionate con la mano sinistra, che deviano l'aria in tubature aggiuntive e permettono di produrre tutte le altezze cromatiche. Molti corni possiedono valvole rotative azionate da leve ma alcuni, come il corno viennese, usano pistoni simili a quelli della tromba.
Oggigiorno si costruiscono corni singoli (nella tonalità di Fa o di Si♭ o Fa acuto)[1], doppi (i più comuni, in Fa/Si♭) - ("descant" Sib/Fa acuto) e tripli (in Fa/Si♭/Fa acuto). I doppi e i tripli hanno una o due valvole supplementari, solitamente azionate dal pollice, che deviano l'aria verso il canneggio supplementare.
In orchestra viene utilizzato come strumento sia melodico (con tanti spunti solistici) che armonico, grazie al suo particolare timbro che "lega" molto bene con gli altri suoni e può anche emergere facilmente; molti compositori dei periodi barocco, classico e romantico hanno dato importanti ruoli a questo strumento dal suono evocativo in campo sinfonico, cameristico ed operistico. Strumento "anfibio", i compositori lo hanno trattato sia come uno strumento appartenente al gruppo dei legni, sia a quello degli ottoni grazie alle sue molteplici qualità timbriche e sonore. I musicisti che suonano il corno sono chiamati cornisti.
La posizione moderna dei cornisti prevede di utilizzare la macchina con la mano sinistra e di posizionare la mano destra, distesa e a dita chiuse, nel padiglione. La mano destra sorregge lo strumento ma può, cambiando di posizione, correggere l'intonazione, scurire il suono, ottenere l'effetto dello stoppato o della sordina (chiudendo la campana). Dato che l'inserimento della mano nella campana modifica la lunghezza della colonna d'aria, talvolta è necessario modificare la diteggiatura. L'effetto sordina rende il timbro molto particolare, nasale e ovattato, e può essere ottenuto anche con sordine di legno o di metallo da inserire nella campana.
Gli antichi corni erano molto più semplici di quelli moderni. In principio, lo strumento si ricavava dalle corna del bestiame, come, per esempio, dalle mucche o dai tori. All'inizio del XVII secolo, apparvero i corni naturali, detti abitualmente "corni da caccia", strumenti che appunto venivano suonati durante le battute di caccia. Essi consistevano in tubi metallici avvolti su sé stessi diverse volte per essere più maneggevoli e terminanti con una larga apertura finale, detta "campana". Dalla parte dell'imboccatura invece si aveva il bocchino, che era parte integrante dello strumento. Il cornista teneva lo strumento afferrandolo nella porzione di tubo vicina all'imboccatura, con il resto del corno attorno al braccio, in modo che fosse sufficiente una sola mano per suonarlo e l'altra potesse tenere a freno il cavallo.
Il corno attirò l'interesse dei compositori e fu usato soprattutto per evocare atmosfere campestri ed immagini di caccia. Per poter eseguire composizioni in diverse tonalità, il cornista era costretto a possedere più strumenti, ciascuno dotato di "ritorte", cioè di porzioni di tubo aggiuntivo che modificavano l'intonazione di base dello strumento e quindi tutti gli armonici eseguibili. Inoltre, usando la mano nella campana, il cornista poteva ottenere altri suoni, dei quali i compositori si servirono largamente. Questi ultimi avevano un'evidente differenza timbrica con i suoni naturali. Per questo strumento, che tra armonici naturali e note artificiali si poteva considerare a pieno titolo "melodico", molti grandi compositori scrissero concerti, tra cui i celebri concerti di Mozart (K 412, K 417, K 447 e K 495).
Negli anni '20 del XIX secolo diversi costruttori di strumenti idearono meccanismi per rendere gli ottoni finalmente cromatici e riempire i "vuoti" presenti tra gli armonici naturali. Nel 1824 Charles-Joseph Sax (il padre di Adolphe Sax, inventore del sassofono), brevettò il suo "cor omnitonique" in cui le ritorte venivano attivate attraverso un cursore. Ma il passaggio chiave fu l'adozione dei pistoni o dei cilindri, intorno al 1835, anche grazie al cornista Luigi Pini. Con tre valvole rotative (inventate probabilmente da Joseph Riedlin nel 1832) si ottenevano sette possibili combinazioni che davano finalmente un sistema affidabile per suonare l'intera scala cromatica in tutta l'estensione. Per la bellezza del timbro, il corno scelto per l'applicazione delle valvole fu quello in Fa e ancor oggi i corni sono "tagliati" in questa tonalità.