#260 - 4 aprile 2020
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Caro Presidene

di Dante Fasciolo

Caro Presidente,
in questi giorni in molti ti hanno scritto,
hanno sentito il bisogno di comunicare
non già per alleviare il duro isolamento,
bensì, credo, per riaffermare in se stessi
il senso di un' appartenenza…esserne in qualche modo
testimoni e protagonisti.

A chi altri, avrebbero potuto manifestare
questo sentimento…questo sgomento del cuore
in un tempo in cui l’ascolto sembra
definitivamente caduto…ignorato per ignavia.
A chi altri, avrebbero potuto confessare
i timori che attanagliano i semplici.

Gli attuali codici della vita degli uomini
hanno mutato il pensiero e l’azione di ciascuno,
hanno stravolto l’esistenza, immergendola in un vortice
che non permette respiro, riflessione,
e che omologa e cancella antiche cadenze,
più sagge e corroboranti misure di esistenza.

A chi altri, in contrapposizione all’ indifferenza
di autisti di apparati senz’ anima, di costruttori
di intrigate matasse di potere,
di giullari così assuefatti e distinti
nei loro panni "arlecchino"…tutti
così perdutamente immersi nel loro annaspare quotidiano.

Scrivo al Presidente…voglio farlo,
non già come ultimo rifugio possibile,
non già come consolazione di un giorno…
ma come ad un cittadino mortificato al pari di tanti altri
dalla ferrea morsa che attanaglia la difficile vita sociale,
resa ancor più precaria, oggi, in presenza di un male invisibile,
che mette in evidenza i danni di altri molteplici virus
creati dall’ uomo nei laboratori del potere e dell’ingiustizia.

Scrivo al Presidente…altrimenti a chi…
potrei comunicare il senso di appartenenza,
di testimonianza, di coerenza per questa mia terra…
nel mentre assecondo la cadenza del respiro al ritmo del cuore.

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