Mantova - Galleria Arianna Sartori
Lo Spirito di Cavova
mostra dello scultore cremonese Gianfranco Paulli
di Eva Mari
E' aperta fino al 5 dicembre presso la Galleria Arianna Sartori di Mantova la mostra “Lo spirito di Canova rinasce” dello scultore cremonese Gianfranco Paulli.
La critica Tiziana Cordani, curatrice della mostra, nel presentare le opere dell'artista, così si è espressa:
Nell’accingermi a questo scritto che non vuole essere una pagina memoriale bensì una rinnovata riflessione sull’intero percorso artistico dello scultore cremonese Gianfranco Paulli, non posso non ricordare la nostra lunga amicizia e collaborazione iniziata nel 1988 e conclusa solo dalla sua repentina scomparsa nella primavera del 2018, un percorso condiviso negli ideali dell’arte e della bellezza che ci hanno accomunato, nella stima reciproca e nel ricordo dei Maestri che lo hanno ispirato e nella comune convinzione che lo spirito viaggia e s’innalza vieppiù se sostenuto dalla forza che emana dall’opera d’arte che sa parlare un linguaggio universale.
E tale era ed è il linguaggio delle sculture di Gianfranco Paulli, le quali toccano con mano sensibile e lieve la profondità dei sentimenti e delle emozioni più squisitamente umani, dando loro forma nel marmo, nel bronzo, nella creta con la sagace perizia del saldo mestiere e con la forza della esperienza e del sentimento personalmente vissuto. Le opere dell’artista infatti parlano al cuore forse ancor prima che all’occhio, rispondendo al comune bisogno di interpretare le emozioni dando loro la formulazione più semplice e chiara, quella del vero.
La figuratività realistica delle sculture paulliane attinge alla tradizione espressiva del secondo Ottocento, talora tingendosi di una plasticità forte e pittorica certamente espressionistica, senza tuttavia mai perdere quella garbata ed elegante misura classica che delicatamente tocca la materia facendola lievitare e dandole una sua dinamica essenzialità tutta spirituale. La misura classica appunto, che l’artista aveva fatta sua già durante l’alunnato presso il Maestro Leone Lodi, innervata alla fonte del più puro classicismo attraverso la maturata riflessione sull’opera di Canova, che sente particolarmente consentaneo, offre quindi armonia, eleganza e saldezza a quella sua statuaria in marmo bianco di Carrara che raccoglie nelle sue delicate forme la luce o lascia che vi si annidi, morbida, l’ombra.
Il pregio di un linguaggio costruito entro i termini di una semplicità solo apparente, la sobrietà che non si nega mai al dinamismo, la composizione che si declina nello spazio con compostezza salda e pregnante nel ricercato formularsi entro le regole certe della tradizione millenaria sono capisaldi ai quali l’artista si attiene senza sforzo alcuno, muovendosi con serena consapevolezza del suo appartenere alla storia di un’arte resa nobile dai grandi Maestri del passato, ai quali si riferisce anche nelle sue non frequenti incursioni pittoriche e dai quali sente di aver ereditato non solo il mestiere nel senso più nobile del termine ma soprattutto l’impegno del fare, e del fare bene, un lavoro che va oltre il momento contingente della cronaca per lasciare un segno, un tassello d’arte più alto e compiuto nella storia dello spirito e della comune civiltà.