#250 - 2 novembre 2019
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Racconto

L' oasi

di Ruggero Scarponi

Da un’ora almeno i soldati si trascinavano perplessi e sgomenti dietro al loro comandante.
Anche a causa del sole implacabile sulla valle deserta.
Mi scusi, Signor Capitano, disse Leo, ma non è che ci siamo persi?
Il Capitano Brogi, alla domanda, si fermò, con calma si girò verso Leo, si tolse il cappello e con un fazzoletto che aveva in mano si deterse il sudore nei capelli, poi, dopo essersi guardato intorno rispose:
Non ci capisco un cacchio! Qui è tutto diverso. La mappa non corrisponde a nulla in questa maledetta pietraia.
Leo! Ghignò Fanti, ci siamo persi.
Ma come può essere, replicò il soldato, ma come? E adesso?
Andiamo là, disse il Capitano, indicando il fianco della montagna che delimitava la valle e che proiettava alle pendici un poco di ombra.
Andiamo là, aggiunse, e cerchiamo di capirci qualcosa.
La pattuglia percorse i quattrocento metri che la separavano dal punto indicato da Brogi come se avesse dovuto attraversare l’inferno.
Più si avvicinavano alla montagna più aumentava il calore.
Gli ultimi metri li fecero quasi di corsa bramosi di un po’ d’ombra.
Sfiniti si gettarono a terra senza neanche togliersi gli zaini.
Brogi, per dare l’esempio, sebbene sfinito anche lui dalla calura e dall’angoscia di quel pomeriggio, si sistemò con calma e compostezza. Si accese una sigaretta per affettare sicurezza e spiegò sul terreno la carta militare.
Pera, disse rivolgendosi al suo uomo più fidato, vieni qui, guarda tu stesso, che hai fatto l’Istituto cartografico. Ci capisci qualcosa?
Il sottufficiale guardò con attenzione la carta topografica. E poi si espresse con sicurezza:
Signor Capitano, questa carta non è di qua, di questi luoghi, voglio dire.
Fanti che si era sdraiato a terra rise fragorosamente: E ti pareva! Aggiunse sarcastico.
Fanti, finiscila! lo ammonì il capitano.
Ma allora è vero che ci siamo persi, intervenne Leo con uno sguardo terrorizzato.
Si, rispose Brogi, si, ci siamo persi, anche se non capisco come sia stato possibile. Però, adesso dobbiamo affrontare la situazione. Intanto facciamo il calcolo di quanta acqua abbiamo, per il cibo, al momento, non abbiamo da preoccuparci, abbiamo razioni per almeno tre giorni e se ci organizziamo possiamo arrivare anche a cinque o sei. L’acqua, invece, mi preoccupa. Pera, si occupi lei della cosa e mi prepari uno schema dettagliato.
Signorsì, rispose Pera. Avere una mansione da svolgere lo rassicurava.
Dopo aver controllato acqua e viveri di riserva si poté appurare che l’acqua poteva bastare per due giorni e forse tre mentre per il cibo, come aveva previsto il Capitano si poteva star tranquilli per almeno cinque giorni.
Ma, il cellulare, il GPS, la bussola? Chiese affannosamente Leo.
Ti sembrerà strano, ragazzo, gli rispose Pera, ma qui non funziona nulla. Probabilmente siamo incappati vicino a qualche giacimento di minerale o che so io che disturba e distorce sia le comunicazioni che la bussola. Dobbiamo tirarci fuori da soli da questa situazione, per cui non piagnucolare, fai il bravo soldato e niente disfattismo. E questo vale anche per te, Fanti, che continui a sogghignare.
Agli ordini! Rispose sarcastico Fanti.
Senta Pera, disse il Capitano, lei che ha esperienza geologica e cartografica, si faccia un giro e provi a vedere se nota traccia di un segnale, un sentiero, di qualcosa, insomma, mi capisce, no?
Subito, rispose Pera, porto con me Fanti.
Accordato, assentì Brogi.
Dopo mezz’ora, Pera, ritornò.
Signor Capitano, disse, in effetti a un centinaio di metri da qui lungo il fianco della montagna, sembrerebbe aprirsi un sentiero che porta dentro a un’altra valle.
Il Capitano ascoltò Pera vagando con lo sguardo nella direzione indicata dal sottufficiale.
In un’altra valle, Pera?
Signorsì, Signor Capitano, però il sentiero non sembra casuale e non mi sembra neanche la pista di qualche animale. Ci sono dei segni che sono inequivocabilmente frutto di un lavoro umano e…
E? Chiese Brogi.
E persino, recenti. Ci sono tracce recenti, orme umane, insomma.
Bene! Esclamò il Capitano, se il sentiero porta in qualche villaggio, potremo cercare di capire dove siamo e rifornirci, soprattutto di acqua. Il dopo, si vedrà. Pera! Dia agli uomini un altro quarto d’ora e poi mettiamoci in marcia.
La pattuglia riprese il cammino come aveva ordinato il Capitano.
Raggiunsero in breve il sentiero indicato da Pera e non faticarono a rintracciarvi segni e orme di piedi umani.
Camminarono fino al tramonto seguendo sempre il profilo della montagna.
Poi al sopraggiungere della sera il Capitano ordinò di approntare un bivacco e di prepararsi a passare la notte in un punto del sentiero che formava una sorta di spiazzo e che sembrava creato ad arte per offrire la possibilità di una sosta ad eventuali viandanti che si fossero trovati a percorrere quelle remote terre.
Nonostante la speranza di giunger presto in qualche luogo popolato da esseri umani il Capitano impose il razionamento dell’acqua e dei viveri suscitando il solito sarcasmo di Fanti e il mugugno di Leo.
Accesero dei fuochi con radici e rami secchi che si trovavano in abbondanza alle pendici del monte e sfiniti si addormentarono senza neanche stabilire i turni di guardia.
Si risvegliarono alle prime luci e dopo aver sorbito un po’ di caffè si misero in marcia.
In meno di due ore giunsero al termine del sentiero alla sommità di una collinetta.
Sotto di loro si apriva una valle lussureggiante, un’oasi, con palmeti e ruscelletti gorgoglianti.
Sia ringraziato Dio! Esclamò il capitano Brogi.
Evviva, evviva! Gli fece eco Leo che per la gioia si era messo perfino a ballare, saltellando come un bambino.
Speriamo bene! Masticò sospettoso Fanti sfoderando il suo ghigno più feroce.
E via, Fanti, cercò di rabbonirlo Pera, sempre negativo, eh!
Fanti con un sorriso di sghimbescio che gli attraversava il viso da guancia a guancia, prima sputò in terra e poi rispose, sarà, sarà…
Bene, Pera, comandò Brogi, metta in ordine gli uomini e prepariamoci a scendere nell’oasi.
Ci volle un’altra ora di cammino tra i tornanti pietrosi della collina prima di giungere al limitare di un esteso palmeto.
A un cenno del capitano Leo e Fanti si gettarono con la faccia dentro l’acqua di un ruscello che spuntava dal fianco della collina.
È buona, signor capitano, urlò Leo, venga venga anche lei a bere.
Pera, disse Brogi, si accerti che siano riempite tutte le borracce e poi…si, insomma, vada anche lei a rinfrescarsi.
Bevvero tutti e si saziarono d’acqua, un’acqua fresca e pura come non ne bevevano da tempo.
A un cenno d’intesa con il capitano, Pera ordinò agli uomini che si rimettessero in ordine per riprendere la marcia fino al centro dell’oasi dove presumibilmente avrebbero incontrato il capo-villaggio o comunque esseri umani da cui ricevere informazioni per ritrovare la strada smarrita.
Il cammino fu molto piacevole.
Una stradicciola fiancheggiava il ruscello che a intervalli regolari formava delle ampie vasche dove nell’acqua trasparente s’intravvedevano varie specie di pesci colorati.
Alla fine la pattuglia giunse a delle case.
O meglio a una piazzetta circondata da bianche casette a due piani.
Il secondo piano era costituito da ampie logge suddivise da colonnine e che suggerivano un’idea di piacevole frescura.
Raggiunsero il centro della piazzetta.
Il luogo sembrava deserto quand’ecco che in una casa si aprì il portone d’ingresso. Alcuni uomini si fecero avanti con fare amichevole. Fanti pose mano istintivamente al moschetto. Che Fa? Lo fulminò Brogi, metta subito via quell’arma. Poi abbassò il capo in segno di saluto nei confronti degli uomini usciti dalla casa. Si scambiarono sorrisi. Brogi provò a parlare ma immediatamente si rese conto di non essere compreso. Quello che sembrava il capo della delegazione che era uscita ad accoglierli e che doveva essere il più anziano fece cenno di seguirlo all’interno della casa. Mi sembrano pacifici, disse Brogi sottovoce all’orecchio di Pera, credo che ci si possa fidare. Sì, signor capitano, ho anche io la stessa impressione.
Giunti nell’atrio della casa l’ospite anziano con un largo sorriso offrì ai soldati dei bocconi di focaccia con un poco di sale messo dentro una ciotolina.
Brogi per primo prese un pezzetto di focaccia, lo intinse nel sale e lo mangiò.
Poi passò il piatto ai suoi commilitoni che fecero la stessa cosa.
Nel frattempo l’atrio della casa si era riempito di uomini e donne.
Appena i soldati ebbero compiuto il rituale, furono salutati con urla di benvenuto e grandi sorrisi.
Poi finalmente convinti che non c’era nulla da temere si rilassarono e contraccambiarono i gesti amichevoli e i sorrisi.
In qualche modo fu fatto loro capire di recarsi al piano superiore per essere rinfrescati con un bagno prima di sedere a consumare un banchetto di benvenuto.
Sto sognando! disse Leo mentre alcune giovani ragazze si prendevano cura di lui aiutandolo a svestirsi per entrare in una vasca di marmo verde grande come una piscina.
E da questo posto chi si muove più! Urlò eccitatissimo Fanti, anche lui circondato da graziosissime ragazze.
Ragazzi! Contegno, sentenziò Brogi. Pera! mi raccomando, tenga a freno gli uomini, evitiamo spiacevoli incidenti.
Ma signor capitano, obiettò Pera, non credo sia possibile.
Infatti, così dicendo, anche Pera si era trovato completamente svestito in mezzo a un nugolo di ragazze vocianti e sorridenti.
E anche Brogi.
Tutti erano finiti poi nella piscina seguiti da almeno una dozzina di ragazze.
Presto si trovarono ad essere lavati, massaggiati e gradevolmente accarezzati da mani esperte, corpi morbidi e sodi, occhi scintillanti e bocche purpuree.
Siamo morti! Urlò Leo. E siamo in paradiso! Sia benedetto per l’eternità il capitano, quando ha smarrito la strada!
A quell’affermazione, Brogi che aveva chiuso gli occhi in una condizione di estatica beatitudine, improvvisamente si riebbe ed esclamò: Io non ho smarrito un bel niente, un bel niente, capito? Se osa ancora uscire con una simile illazione, sarò costretto a metterla agli arresti!
Ma non aveva finito di pronunciare la frase che le ragazze che si stavano prendendo cura di lui non comprendendo il motivo di tanta irritazione pensarono che non fosse contento delle loro attenzioni e si dettero da fare ad aumentarle, fino a…fino a che il capitano non si lasciò andare completamente perso in tanta bellezza e gioventù.
Restarono nella vasca un lungo tempo.
Poi asciugati, accuditi e rivestiti con delle tuniche di lino pregiato, sul far del tramonto, furono condotti in una grande sala.
Furono fatti sistemare in un angolo su una montagna di cuscini e subito fu loro servita la cena.

Della pattuglia comandata dal capitano Brogi si persero completamente le tracce.
Gli indigeni interrogati più volte dal Procuratore Militare non seppero fornire spiegazioni.
Solo un vecchio accennò una volta a un’antica storia, una fantasia che gli anziani raccontavano ai fanciulli nelle notti d’inverno intorno a qualche bivacco. Era la storia, di certo inventata da qualche buontempone, di una casa magica posta nel mezzo di una Oasi lussureggiante. Una casa che attirava i viandanti ristorandoli dalle fatiche del viaggio con meravigliose suggestioni per poi divorarli come un orribile mostro.
Tutte sciocchezze, naturalmente. O forse…chissà?

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