Trecento
di Giuseppe Sanchioni
Parafrasando la “Spigolatrice di Sapri” osiamo dire: Erano trecento, erano euro e anche nuovi, e sono falsi!
Ebbene si: dalla stampa apprendiamo che il 90% delle banconote e delle monete false in Euro sono prodotte a Napoli. E poi dicono che in Italia non si crea lavoro e non c’è spirito imprenditoriale!
Come se non bastasse, è successo anche che, in ottemperanza alla finanza creativa, i soggetti avevano anche stampato banconote da 300 Euro, notoriamente più false delle promesse elettorali dei partiti, sembra riuscendo perfino a spacciarle.
Neanche Totò nella “Banda degli onesti” aveva osato tanto. Infatti, aveva comunque avuto bisogno di una banconota vera da copiare. Questi invece hanno direttamente inventato una banconota che non esiste. Chapeau!
Che poi a ben vedere, in termini giuridici, forse non si configura neanche come reato: non si può falsificare una cosa che non esiste! Al contrario, mettendo in difficoltà la BCE che ora non potrà più introdurre un’eventuale banconota da 300 Euro per non rischiare il plagio. Quindi paradossalmente la banconota da 300 Euro era l’unica che potevano spacciare.
Mentre in rete impazzano i bitcoin, litecoin, ripple, stellar e tutta la compagnia delle monete virtuali e mentre nelle televisioni si chiacchiera a vanvera della sovranità monetaria persa e della possibilità di battere di nuovo moneta, qui si fa sul serio, qui si stampano direttamente gli euro virtuali. D’altra parte si sa: da noi c’è il digital divide, non è diffusa la banda larga per Internet e quindi facciamo quello che possiamo.
Forse non saremo dei maghi dell’informatica come gli americani ma evidentemente abbiamo i migliori artigiani tipografi del mondo!
Intanto il PIL cresce poco, lo spread scende molto ma tutti vissero felici e contenti: se lo sapessero Totò e Peppino con la loro fatica…