#241 - 1 giugno 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Editoriale

Libera interpretazione dell’Infinito di Leopardi
nei panni e nel cuore del Matteo Nazionale

Infinito

di Dante Fasciolo

Non me ne voglia l’infinito poeta
se mi aggancio al suo “infinito†poesia

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Il forte vicepresidente del momento
lamenta che il socio, come un cespuglio,
gli impedisce di guardare fino in fondo
al suo orizzonte di Governo.

Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura.

Il contrappunto vive in prima persona:
comodamente seduto sulla mia poltrona,
già prefiguro il mio radioso avvenire,
e l’accondiscendenza degli altri
sorpassano e annullano le piccole paure del cuore.

E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.

E la voce del vento che scuote le piante
la sento dentro di me, nel mio passato,
e nel presente la vivo come richiamo dell’Eterno,
invocato e chiamato alla vittoria.

Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Così termina il poeta;
cosi termina il prosaico:

In questa mia inespugnabile posizione sovranista
mi immergo e godo il mio incosciente ego “infinitoâ€.

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