Libera interpretazione dellāInfinito di Leopardi
nei panni e nel cuore del Matteo Nazionale
Infinito
di Dante Fasciolo
Non me ne voglia lāinfinito poeta
se mi aggancio al suo āinfinitoā poesia
Sempre caro mi fu questāermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Il forte vicepresidente del momento
lamenta che il socio, come un cespuglio,
gli impedisce di guardare fino in fondo
al suo orizzonte di Governo.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di lĆ da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura.
Il contrappunto vive in prima persona:
comodamente seduto sulla mia poltrona,
giĆ prefiguro il mio radioso avvenire,
e lāaccondiscendenza degli altri
sorpassano e annullano le piccole paure del cuore.
E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
E la voce del vento che scuote le piante
la sento dentro di me, nel mio passato,
e nel presente la vivo come richiamo dellāEterno,
invocato e chiamato alla vittoria.
CosƬ tra questa
immensitĆ s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'ĆØ dolce in questo mare.
CosƬ termina il poeta;
cosi termina il prosaico:
In questa mia inespugnabile posizione sovranista
mi immergo e godo il mio incosciente ego āinfinitoā.