#241 - 1 giugno 2019
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Racconto

L'incidente

Parte sesta - Riflessioni notturne

di Ruggero Scarponi

Pavesi aveva preso l’auto personale e stava per rientrare a casa sul tardi, verso le 23,30.
Dopo la chiacchierata col tizio dell’albergo aveva accompagnato Villalta che abitava in via dei Prati Fiscali, di lì aveva imboccato la via Olimpica, si era arrampicato sui contrafforti del Monte Mario, aveva raggiunto la via Trionfale, la Pineta Sacchetti ed era sceso su via Battistini.
Un bel percorso, ma di sera, senza traffico, se l’era cavata in mezz’ora.
Prima di rientrare però, dal momento che non aveva ancora cenato, decise di fermarsi per uno spuntino da Gino, il bar torrefazione sotto casa, aperto fino a tarda notte.
Si fece servire una birra alla spina con due toast, uno mozzarella e spinaci e l’altro prosciutto cotto e formaggio svizzero.
Afferrò un giornale quotidiano di quelli a disposizione dei clienti e si accomodò in un tavolo, appartato. Il giornale in cronaca riportava la notizia dell’incidente e questo lo incuriosì non poco. Oramai erano passati una decina di giorni e sembrava strano che la notizia fosse divulgata solo adesso.
In realtà l’articolo parlava di un’indagine che la Procura avrebbe avviato… e si dilungava in ipotesi le più fantasiose.
Pavesi scosse la testa sorridente mentre mangiava di gusto il secondo toast.
Tuttavia la notizia, che non si trattasse di un semplice incidente, era trapelata… meglio così, pensò. Ad agitare le acque c’è sempre la possibilità che qualche pesce abbocchi.
Finì la birra, ordinò un caffè e poco dopo era già al portone di casa.
Ma l’idea di rientrare nell’appartamento vuoto non gli garbava.
Si sentiva eccitato, come se stesse a un passo dal comprendere l’intera vicenda nella quale si era immerso con tanta passione. Chissà poi perché. Forse perché un sesto senso, fin dall’inizio, lo aveva avvertito di qualche cosa di strano o forse perché quella ragazza, la Martina, così … gli sembrava ingiusto che per causa di un balordo o comunque di qualcuno, avesse abbandonato prematuramente la vita. Fatto sta che sentiva di dover riordinare le idee e si mise a passeggiare lungo il viale alberato con i grandi tigli che spandevano un profumo intenso e dolce.
Intanto era passata la mezzanotte da un bel po’ mentre Pavesi mescolava le riflessioni riguardo all’incidente con le sue personali.
Cercò decine di volte di ricostruire mentalmente la scena dell’incidente.
Poi però si trovò a riflettere sui motivi per cui a quarant’anni suonati non era riuscito ancora a trovarsi una compagna stabile…Di nuovo tornò a masticare e rimasticare le possibili dinamiche che avevano provocato la morte di Martina e…a un certo punto si fermò e disse ad alta voce, tanto era solo in quel tratto del viale:

  • Perché non c’ho pensato prima! E se fosse tutto uno sbaglio! Quelli magari volevano far fuori la Fiorella…per qualche motivo…L’hanno attesa fuori dall’hotel e poi quando hanno visto che stava attraversando la strada insieme a Martina per andare a comprare qualche collanina dagli ambulanti, l’hanno puntata simulando un incidente.
    Solo che a quel punto, qualcosa potrebbe essere andato storto.
    Magari Fiorella che era un tipo piuttosto sveglio, s’è accorta della manovra e ha fatto in tempo a mettersi in salvo, mentre l’amica, che nel frattempo era giunta in prossimità della corsia di emergenza, colta di sorpresa ha solo fatto in tempo a voltarsi verso l’auto che l’ha investita frontalmente.
    Potrebbe funzionare se fosse andata così.
    E questo spiegherebbe perché la Fiorella è sparita.
    Se ha capito che qualcuno vuol farla fuori, mi sembra normale che si stia nascondendo…Ma se qualcuno vuol farla fuori allora la ragazza maneggia roba che scotta…Droga…Potrebbe essere. Meglio indagare.
    Andava su e giù Pavesi, nel cuore della notte, pensando e rimuginando fin tanto che ebbe sonno.
  • Acc! – disse – Quasi le due! Posso contare su quattro ore di sonno, non di più!
    Domattina ho anche l’udienza in Corte d’Appello, me n’ero quasi dimenticato…Ma domani pomeriggio voglio sentire di nuovo il ragazzo, Luca, voglio capire qualcosa di più del giro di Martina…E di Fiorella naturalmente -
    Rientrato in casa si mise subito a letto.
    Aveva appena spento la luce e stava per prendere sonno quando squillò il telefono.
  • Chi cavolo! - Disse mentre cercava il cordless, sul comodino.
  • Pronto! Chi è? – ruggì burbero.
  • Mi scusi signor procuratore…
  • Chi sei? – bofonchiò Pavesi
  • Nobile, signor procuratore, sono Nobile…
  • E che vuoi a quest’ora, sei di turno in Procura?
  • No – rispose agitato quello – No, ma questa è grossa, parola mia.
  • Oh! – urlò Pavesi – Ma di che parli?
  • Dei fiori, signor procuratore! Pavesi restò un istante interdetto guardando il cordless. Mentre dall’altra parte si sentiva una voce che insistentemente diceva – Pronto? Pronto?
    Evidentemente, pensò, i turni stressanti dovevano aver prodotto guasti gravi nella psiche dei suoi collaboratori per cui…
  • Nobile caro, - disse – forse è il caso che ti rimetti buono buono a dormire e domani invece di venire in Procura passi dal tuo medico…
  • Signor procuratore, io vengo lì.
    Pavesi non fece in tempo a bloccare il suo collaboratore, quello aveva già interrotto la comunicazione.
  • E adesso? Che faccio? Pazienza, sentiamo sto matto che ha da dire, intanto mi metto su il caffè…E si preparò una bella Moka da sei tazze, presumendo che per quella notte di dormire non se ne sarebbe parlato.
    Nobile arrivò in meno di un quarto d’ora.
  • Mi scusi signor procuratore, so bene che è tardi, ma mi creda questa cosa che debbo riferirle mi sembrava troppo importante…
  • Dai, parla…Tanto oramai…
  • Ecco, stasera, dopo il servizio, verso le dieci, sono andato a trovare la mia ragazza, che abita sulla via Aurelia, proprio nella zona della famiglia Rienzo.
    Pavesi aguzzò le orecchie, la cosa si faceva interessante.
  • Continua – intimò
  • Stavo per girare nella stradina dove abita Alessia, quando noto il chiosco di un fioraio.
  • Perché no? – mi dico
  • Perché no, cosa? – fece Pavesi
  • No, nel senso che, mi dico, potrei portarle dei fiori…Domani è il suo compleanno…
    Pavesi stava facendo uno sforzo per non cadere addormentato quando…
  • Insomma, mi fermo e vado a comprare un mazzetto di fiori. Si scambiano due parole e poi quella, la fioraia mi fa:
    – Ha letto sul giornale dell’incidente capitato a quella ragazza che abitava qui vicino?
    Pare ci sia dell’altro…Io signor procuratore ascoltavo distratto, avevo fretta di andare dalla mia ragazza, ed era già tardi, e a un certo punto mi dice – E pensare che il fratello lo conosco bene, ogni tanto si ferma e compra dei fiori per una certa Fiorella…Subito non c’ho pensato ma poi, mezz’ora fa, stavo ancora con Alessia, che mi salta in mente… - Ma quello non aveva detto che non aveva interesse per la Fiorella? E poi invece si scopre che le mandava dei fiori, di frequente…
  • E bravo Nobile! Hai fatto bene a svegliarmi! Vuoi un caffè? è uscito da poco, vieni dai, che ti preparo una tazzina.
  • Mi scusi ancora signor procuratore, ma ho pensato…
  • Hai pensato bene, bene hai fatto…E ti ha detto anche per caso quando ha comprato i fiori l’ultima volta…
  • La mattina dell’incidente…Così mi ha raccontato, la mattina il ragazzo è passato e ha comprato un bel fascio di rose, 24, credo fossero per il compleanno…
  • È’ possibile, confermò Pavesi, se non ricordo male, dovrebbero essere i suoi anni.
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