Tempi...Moderni?
Impronte
di Giuseppe Sanchioni
Dopo l’aumento delle visite fiscali e dei relativi costi e nel tentativo di contrastare la lunedemia, la venerdemia e la pontemia (cioè le tradizionali malattie professionali del lunedì, del venerdì e dei ponti infrasettimanali che in alcuni periodi sono vere e proprie epidemie) le autorità , forse anche a causa dei risultati deludenti ottenuti, stanno per varare nuove misure anti assenteisti nel settore pubblico.
Si è già provato con la questione morale, cercando di convincerli che è un tradimento nei confronti dello Stato e dei colleghi che fanno onestamente il loro dovere ma, data la slealtà di questi tempi è stato inutile. Si è cercato di coinvolgere i colleghi per le denunce, ma per opportunismo difficilmente qualcuno denuncerebbe i colleghi coi quali deve poi convivere, perché qualche volta li troveranno in ufficio. Si è cercato di punire i direttori che non verificano le assenze ingiustificate. Ma niente da fare: non ci sono anticorpi, vaccini o antibiotici per debellare il morbo e periodicamente ci tocca vedere nei telegiornali delle orribili scene di gente appena sveglia che timbra in mutande e poi torna a casa, oppure timbra in costume e poi va al mare.
Quindi bando ai cartellini con fotografia. E non credete che sia allo studio semplicemente un inasprimento dei metodi attuali, magari incrementando gli strumenti di video-sorveglianza ad alta definizione e tridimensionali, che costringono le colleghe a spese supplementari per l’acquisto di vestiti alla moda, cosmetica adeguata e abbonamenti in palestra. No, ormai siamo all’arma totale, la bomba fine del mondo, l’asteroide che estinse i dinosauri. Si farà ricorso a misure di sicurezza a livello della CIA e di 007: si useranno i dati biometrici. Contro i furbetti del cartellino si leggeranno le impronte digitali e si controllerà l’iride per evitare che il primo, e forse unico, che arriva in ufficio timbri per tutti i colleghi. E già qualcuno anticipa che il lavoro gli è costato un occhio!
Forse si ricorrerà anche all’identificazione facciale. Anche se non ci aspettiamo molto da questa tecnica visto che l’età media del personale e l’allungamento dell’aspettativa di vita non permette la pensione ma aumenta di molto le rughe. E per gli algoritmi di riconoscimento la vita si fa dura. Bei tempi quando c’erano le baby pensioni e la gente era giovane.
Sembra che però rimanga ancora possibile usare i social network in ufficio: ma questo fa parte di una strategia sopraffina, infatti per usarli si richiede almeno la presenza al computer e quindi sono un incentivo a restare, anche se non ci si potrà più organizzare nulla se non dopo cena.
Ma qualsiasi iniziativa ha dei pro e dei contro, e siamo invasi da un oscuro terrore: quanti ministeriali ricorreranno all’amputazione e necessaria mummificazione della falangetta del dito indice pur di poterla far usare agli altri? Vedremo gente che va in giro con un portachiavi con attaccata al posto della zampa di coniglio portafortuna un dito, amuleto molto più potente. E se fossero necessarie tutte e dieci le dita? Avremmo comunque una miriade di invalidi con grosse difficoltà a lavorare. Forse avremo anche casi di trapianti di dita con mani a dieci impronte diverse!
Speriamo che l’ISTAT non debba mostrarci in futuro l’aumento delle statistiche dei ricorsi ai Pronto Soccorso di gente che si taglia un dito per scambiarlo col collega compiacente. Sarebbe un ulteriore collasso per la Sanità pubblica.
A voler essere cauti però c’è da considerare anche il pericolo che nuove assunzioni di personale con buone competenze digitali vanifichino il tutto con lo sviluppo di nuovi algoritmi che possano eludere i controlli. Ma salvando mani.
A questo punto una domanda nasce spontanea. Invece di lambiccarsi il cervello per inventare un controllo ancora più ferreo, non si farebbe prima a trovare qualcosa di interessante da far fare loro invece di obbligarli a stare semplicemente seduti al loro posto?