Figli
di Dante Fasciolo
“E’ il mio sogno”
ha detto con infantile semplicitĂ
il ragazzo dodicenne di origini tunisine ma nato in Italia,
che con prontezza e fermezza ha chiesto
alle forze dell’ordine di intervenire in soccorso di quel pullman
che un autista squilibrato carico d’odio
aveva destinato a tomba ardente per 50 ragazzi,
simbolo di una vendetta per i profughi morti nel mediterraneo.
“E’ il mio sogno”
ha detto con infantile semplicitĂ il ragazzo-eroe
"avere la cittadinanza italiana",
ora promessa con il cipiglio di grandezza e di autoritĂ ,
sorvolando su 12 anni di vita concessa da “apolide”.
E’ proprio necessario un gesto eroico per vedersi
riconoscere un’appartenenza civica e civile?
Dovranno diventare tutti eroi le migliaia di giovani nati in Italia
che trascinano il fardello di un vuoto nel cuore?
Dovranno ripetere tutti: “Questo non è un film”
quando ci accorgiamo dei loro disagi?
Si sa, le leggi vanno e vengono, e a volte seguono
ll vento che attutisce e a volte ne cancella l’autenticità …
Qualcuno può anche azzardare:
“ora i miei figli sanno che non sono un delinquente”,
ma troppe volte ci si dimentica che l’esito della legge
non corrisponde alla veritĂ ,
e ciò si dovrebbe insegnarlo ai propri figli…
e si dovrebbe confrontare con la propria coscienza.
Amare i volti dei propri figli
non dovrebbe far dimenticare milioni di altri volti;
e firmando soddisfatti le pagelle scolastiche dei propri figli
bisognerebbe ricordare quella pagella cucita nella giacca
che il sale di un mare impietoso ha sdrucito
soffocando la voce di un ragazzo che ci ricorda:
“era la mia verità …era il mio sogno…per la vita”.