Urbanistica...moderna?
Roma - Frattocchie
Appia antica e moderna
di Alessandro Gentili
Ci sono milioni di turisti che vengono a Roma a visitare le piazze/cartoline, ma sulla Via Appia molti si fermano alla prima parte dove ci sono le catacombe.
Molti è una parola un po’ grossa, essendo (giustamente) le catacombe un polo di attrazione troppo importante tale da oscurare, appunto, la Via Appia.
Ma provate, provate ad andare dopo la tomba di Cecilia Metella e scoprirete un fascino d’inesauribile portata.
Sabato 10 novembre siamo andati a fare un mini-mini-mini trekking a Frattocchie, comune di Roma dopo Ciampino, a passeggiare con Lega Ambiente sull’ultimo tratto della Via Appia da cui si gode la vista della città .
Voglio qui sottolineare che la Via Appia fu una sorta di Autostrada, la prima della storia dell’umanità che collegava Roma a Brindisi.
Ciò che ancora una volta mi colpisce di questa bistrattata, assurda e incredibile città , è la stratificazione millenaria che unisce questi stessi millenni.
Dunque, lì dov’eravamo (Municipio X e XI), in un’incredibile crocevia, c’era: la Via Appia, il treno dei pendolari e gli aerei in partenza da Ciampino.
Solo a Roma si può trovare una assemblaggio di tal genere, impossibile non essere affascinati o adirati da questo connubio.
Lascio qui ogni citazione storica, ne potrete trovare a iosa sulla Rete. Lasciamo stare. Vi invito però a fare una gitarella da quelle parti (un paio di chilometri, facile anche per famiglie) un sabato o domenica mattina e a godervi di questo incredibile fazzoletto di terra antichissima e ultramoderna.
C’è perfino un semaforo generosissimo dove potrete trovare una bella fila di macchine in attesa del passaggio a livello. Non disperate! Ho visto a Londra una breccia di muro romano custodita come fosse una pietra preziosa…qui di quella roba ne abbiamo a iosa e non c’è quello scarto come ad Atene dove il Partenone se ne sta sulla collinetta lontano dalla città o le Piramidi, lontanissime dal Cairo.
Qui, a Roma, questi problemucci non li abbiamo mai avuti, tutto è appiccicato l’uno all’altro senza soluzione di continuità …ma proprio qui risiede l’irripetibile fascino di Roma. Alcuni storcevano il naso quel sabato mattina e imprecavano in mezzo a tutto quel caos di civiltà .
Chi vi scrive, invece, si godeva l’estate di San Martino in compagnia di Cicerone, Cesare Ottaviano Augusto, Meucci, Edison, Marconi e Mr. Apple.
Niente da aggiungere, niente da dichiarare. Roma: o la si ama o la si odia (come la Juventus? Mi dicono alcuni tifosi romanisti).
Finale all’italiana: dopo il piccolo trekking, l’archeologia, la storia, porchetta di Ariccia, vino locale di notevole gusto (con tanto di sommelier) ciambellone al mosto. E vi pare poco?