#229 - 27 ottobre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascer il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Teatro

Roma - Teatro Vascello

Un attimo prima

di Eva Mari

Il primo conflitto mondiale visto dagli occhi di una giovane donna, una “portatrice carnica” una di quelle donne che all’alba di ogni giorno riempivano le loro gerle di munizioni, medicinali, viveri, se le caricavano in spalla e sotto un peso di 30-40 chili, in piccoli gruppi salivano a piedi su per i sentieri e mulattiere fino alle trincee.

Un attimo primaUn attimo prima

Il racconto della giovane protagonista di “Un attimo prima” è un vero e proprio rosario di pensieri che si snoda lungo il tempo ipotetico della salita verso il fronte dove si combatte, rosario in cui i ricordi si sovrappongono al presente. Lassù ci sono le trincee, laggiù c’è il paese, c’è la casa. E’ un filo di pensieri che collega questi due poli, una voce isolata, un grido di amore per le vette e per l’erba dei crinali, un desiderio di vita che risuona nella valle, e si fa strada in mezzo allo scenario insensato della guerra.
L’attrice in scena, accompagnata dal ritmo delle percussioni, si muove in un labirinto sonoro dove si mischiano melodie sognate e aspri silenzi, dove il ricordo di vecchie ballate si confonde al suono sordo di un mortaio o al sibilo frusciante di una schioppettata.

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