In occasione della canonizzazione 14 ottobre 2018
Letter@perta a Paolo VI
di Dante Fasciolo
1966: Ti accoglie una Chiesa nuova, fresca di Concilio,
e subito convochi il Sinodo dei Vescovi
cui affidi il compito di affiancarti nel difficile lavoro che Ti attende.
E’ tempo di forti antagonismi storici e culturali;
“aspettavamo la primavera, ed è venuta la tempesta”:
ai valori del cristianesimo si oppongono idee anticlericali e laiciste.
Alle sfide, Tu, Papa Montini, rispondi con pacatezza e lungimiranza,
non trascuri i fermenti degli uomini e della societĂ nel suo insieme,
e ne interpreti desideri ed attese con gesti significativi.
Dopo quattro secoli, tra qualche mugugno curiale,
abolisci l’anacronistico “indice dei libri proibiti”,
e istituisci la prima “Giornata mondiale della Pace”.
Rompi il tabĂą dei viaggi in aereo per i Papi,
e voli senza soste lungo le rotte dei cinque continenti:
visite apostoliche e incontro con i grandi della terra.
Dalla Terra Santa all’Asia Orientale, Oceania e Australia,
dall’India all’Africa, dalle Americhe alle Filippine,
dall’Assemblea dell’Onu alle remote, dimenticate, emarginate regioni.
E al Congresso Eucaristico Internazionale…
al 50° anniversario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro…
e lo storico incontro con Atenagora I, ad Istambul …
Nel cuore un solo desiderio, conoscere e capire cosa muove dentro le persone,
e la volontĂ di rispondere con sollecitudine ai bisogni
inclini troppo spesso a cedere alla confusa secolarizzazione.
Ad una realtà sociale tesa ad emarginare la sfera spirituale dell’uomo,
hai saputo gestire il rapporto Chiesa-Mondo con grande coerenza,
e con equilibrio hai risposto alle accuse di “modernismo” e di “immobilismo”.
Natale ’68, anno di nuovo impegno:
per la prima volta celebri la Messa di mezzanotte in un impianto industriale,
l’Italsider di Taranto suggella l’amicizia tra Chiesa e mondo della lavoro.
C’è un “Anno Santo” nel Tuo Pontificato, che inauguri la notte di Natale del ’74
per ricordare al mondo la sollecitudine della Chiesa, perché
“ E’ contrario al regno di Dio, indugiare nell’incertezza circa la dottrina della fede”.
Risuona alta e resterĂ nel tempo la tua preghiera per Aldo Moro,
e nell’ora dell’addio, di fronte alle tesi circa la procreazione,
ecco l’ultimo tuo dono al mondo dei giusti: ci lasci la profonda “Umanae Vita”.