Per ragioni tecniche, l'editoriale va in rete senza video. Ce ne scusiamo con i lettori.
Autunno
di Dante Fasciolo
L’aria più fresca, più pallido il sole;
si avvicina l’autunno, sento i suoi passi pesanti.
Rotto il silenzio ovattato, un grido soffocato riverbera,
un’eco, come un richiamo:
Precoce autunno di un morente amore.
L’oro dei fiori quasi mi fa male
nell’autunno precoce, o morto amore. (1)
La natura muta il suo agire
e imprime i suoi umori sull’uomo
che ignora i passaggi, dimentica i tratti,
nasconde a se stesso strumentali mutamenti.
Era ieri la sfavillante promessa
salutata e premiata da folla plaudente…
ma a distanza di giorni, quell’albero verde
piega i suoi rami al vento e si mostra sconfitto .
Non è adesso estate, e non ritornano
i giorni indifferenti del passato.
La primavera errata si è nascosta
nelle pieghe del tempo stropicciato. (2)
Promettere è facile, mantenere è difficile:
per governare occorre qualcosa in piĂą
che un facile eloquio, o possenti bicipidi
se cuore e cervello divergono e mirano dritti
ciascuno alla gloria e al potere.
Traguardi nefasti intrisi di squallida storia
di pietanze ammanite con odio e vendetta;
sapore di morte, lontano dalle belle bugie incartate d’umano.
Muoiono le stagioni, cadono i miti,
muoiono i cuori e i sentimenti, cadono progetti-elefante,
e triste è immaginarsi valorosi Davide
e scoprirsi fragili impacciati Golia.
Dall’altra parte della terra il sole che qui
si cela dietro l’orizzonte, là emerge dalla notte.
Così l’autunno ha un suo corrispondente
in una lontana primavera. (3)
Speranza…la mia, e di molti.