#211 - 17 febbraio 2018
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Giornalisti

di Dante Fasciolo

Credo che un sottile filo di invidia misto a rabbia
avvolga la visione dei dibattiti televisivi
dei politici portavoce dei loro partiti.
Siamo in piena campagna elettorale e ciò vorrebbe
un decente dibattito tra politici e giornalisti,
così purtroppo non è.

I primi, naturalmente hanno il dovere di nascondere
e le loro parole sono pari a bugie;
ma sui secondi intendo trattenermi:
vanno agli incontri generalmente i big del giornale
scelto il più delle volte dai conduttori tv
tutt’altro che imparziali in questa disputa.

Ci sono i ruffiani, che in linea di massima
accarezzano con i loro interventi
i politici di turno, senza malcelare, tuttavia,
le loro simpatie nascoste nelle domande
formulate ad hoc per risposte scontate,
imbambolando così un pubblico distratto.

Questo tipo di conduttori tv è maggioranza;
ci sono poi gli ostili, i falsi informati,
i teatranti, i finti sorpresi, etc.
mentre i giornalisti interlocutori si comportano
finto-incapaci da arretrare sempre
di fronte a tematiche spinose.

Insomma, questi ultimi, in linea di massima,
pur di non innemicarsi il politico da interpellare
pongono domande talmente generiche e scontate
che fanno salire il nervoso a chi aspetta risposte,
e che, risultato, finiscono per ripudiare l’acquisto
del giornale così male rappresentato.

Timore reverenziale? Impreparazione? Furbizia?
Ubbidienza all’Editore? Viene da domandarsi
perché non pongono serie domande
e perché non incalzano i politici quando
troppo palese e sfacciata si fa la loro
strafottente arroganza e sicumera…e falsità?

Una proposta…non un generico popolo,
ma perché non chiamare ad interloquire
coi politici di turno i giovani aspiranti
delle nostre scuole per giornalismo?
Sicuramente non farebbero la figura
degli addomesticati Big direttori di giornali.

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