Televisione gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Si è fatto un gran parlare in questi giorni, sia nei salotti che nelle osterie televisive, della stolida gaffe occorsa al comico Gene Gnocchi ospite fisso del talk show settimanale Dimartedì (La7). Riallacciandosi ad un recente episodio di cronaca politica - Giorgia Meloni leader del partito Fratelli d’Italia ha attaccato il sindaco di Roma Virginia Raggi (appartenente al movimento 5 stelle) facendo circolare su un social network la foto di un maiale intento a grufolare nella spazzatura cittadina, come emblema araldico del degrado della Capitale – il noto comico emiliano lo commenta brevemente affibbiando all’ignara e famelica scrofa il nome impegnativo di Claretta Petacci.
Scatenamenti a destra, un tenue imbarazzo a sinistra. Chi difendeva il fine dicitore, chi lo attaccava. Ma tutto questo piccolo putiferio ora sembra essersi più o meno già ricomposto: il tempo, si sa, è amico dell’oblio. Abbiamo pensato bene di rivedere quel frammento di trasmissione messo a disposizione nel sito internet del programma. Dopo la pronuncia del tragico nome, amplificata dal silenzio – forse casuale - del pubblico in sala, si ode distintamente la risata del conduttore Giovanni Floris e, dopo qualche istante, l’inquadratura si ferma sul sorriso compiaciuto della giornalista Barbara Palombelli.
Tutto ciò – ci viene da pensare – se si fosse trattato del nome di qualunque altro morto ammazzato, avrebbe sortito l’effetto unanime come minimo di uno spettacolo di cattivo gusto, ma tant’è. Evidentemente – continua a venirci da pensare - quanto accaduto a Piazzale Loreto, in uno dei momenti fondativi della nostra democrazia, ha lasciato una traccia latente ma indelebile che di tanto in tanto continua ad affiorare, ora nelle battute prezzolate di un comico non particolarmente in forma, ora nel silenzio inconsapevole del piccolo pubblico di uno studio televisivo, ora nell’ebetudine inesplicabile di una risata o di un sorriso.
E a proposito di ebetudine ma di “santa ebetudine” questa volta, Canale 5 ha pensato bene di riproporre, a cadenza settimanale, i film di Checco Zalone, e ci siamo proprio divertiti a rivedere Cado dalle nubi, opera prima del comico pugliese, uno tra i comici migliori nell’attuale panorama italiano. Il personaggio ideato da Luca Medici – questo il vero nome dell’attore – ci appare come un ben dosato coacervo di crassa volgarità e di femminea tenerezza, di stupida ingenuità e di primordiale saggezza e ci piace in cuor nostro immaginarlo come uno spiazzante Bertoldo dei nostri tempi.