MIC - Museo Interattivo del Cinema - Milano
Un po di cinema
Lo sguardo sensibile dei registi verso il grande fiume italiano
di Giada Gentili
Con il titolo Un po di Cinema, la Fondazione Cineteca Italiana presenta dall'11 al 19 novembre una
rassegna cinematografica in sei film e due documentari ambientati lungo il delta del fiume Po, scenario privilegiato di alcune tra le pellicole più significative del cinema italiano.
I film saranno preceduti da preziosi cortometraggi di Florestano Vancini, il cui amore per la terra natale, specie per il delta del Po, ha animato i suoi esordi.
I cortometraggi qui proposti sono stati realizzati da Vancini nel 1955 e restaurati dalla Cineteca di Milano: Una capanna sulla sabbia, racconto fiabesco della giornata di tre bambini che vivono vicino ad un faro;Traghetti alla foce, documentario sui traghetti che passano da una riva all’altra del Po; Variazioni a Comacchio, che mostra la popolazione di Comacchio e la dura lotta per la sopravvivenza in un lembo di terra circondato dalle acque; Dove il Po scende e Palude operosa, che raccontano la vita di alcune famiglie che ogni inverno si trasferiscono nelle paludi del delta del Po per tagliare i canneti.
Verrà inoltre proiettato un cortometraggio del 1958 di Giulio Questi, Om ad Po, che segue passo passo i gesti e le parole dei personaggi che popolano le rive e gli immediati dintorni del fiume Po.
Tra le pellicole più significative del cinema italiano ambientate nel meraviglioso scenario delle rive del Po troviamo due film di Ermanno Olmi: Lungo il fiume, bellissimo racconto cinematografico che si snoda alla scoperta di quelle acque e del mondo che vive sulle sue rive e che indaga le attività dell’uomo, il fluire dei giorni e delle stagioni e il mutare dell’ambiente, e il suo ultimo film di finzione, I cento chiodi, che racconta la storia di un professore che trova rifugio sulle rive del Po, a Bagnolo San Vito, dove una piccola comunità gli offre riparo e accoglienza.
In calendario anche Il grido, capolavoro del primo Antonioni, un’odissea straziante che racconta l’impossibilità di ricondurre nel pubblico e nel collettivo la crisi profonda del privato, dove il paesaggio diventa il riflesso dell’anima; l’esordio alla regia di Carlo Mazzacurati, Notte italiana, del 1987, che vinse il Nastro d’argento come miglior film, una commedia arguta e tenera che nel corso del film si trasforma in un giallo drammatico dai toni cupi; Scano Boa – Violenza sul fiume di Renato Dall’Ara, ambientato su un isolotto sul delta del Po nelle valli di Comacchio, un film dalla forte impronta documentaristica, capace di evidenziare lo stato di miseria e precarietà delle popolazioni che vivevano lungo le rive del Po; La donna del fiume di Mario Soldati, melodramma pagano cui misero mano otto soggettisti e sceneggiatori, film che consacrò la Loren come star e La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, noir che sconfina nell’horror, carico di suspense e tensione.
Non poteva poi mancare il memorabile esordio di Luchino Visconti, +Ossessione*, che più che un film è ormai un manifesto, un simbolo che aprì la strada al neorealismo postbellico, dove il regista riesce a trasferire sul Po i paesaggi e gli eroi del realismo poetico francese, senza oscurare l’originalità del film.
Per quanto riguarda i documentari, in calendario il recentissimo road movie di Paolo Casalis, Vento -L’Italia in bicicletta lungo il fiume Po, diario di un viaggio in bicicletta durato otto giorni per attraversare l’Italia seguendo il corso del fiume Po, da Torino a Venezia, per dimostrare la fattibilità di quella che potrebbe essere la ciclabile più lunga d’Italia e una delle più lunghe d’Europa, un progetto che significherebbe migliaia di nuovi posti di lavoro, green economy, sviluppo sostenibile, al costo di soli 2 km di autostrada (questo nostro giornale ne ha parlato nelle settimane scorse) . E infine Il risveglio del fiume segreto: in viaggio sul Po con Paolo Rumiz, documentario realizzato nel 2012 da Alessandro Scillitani, un road movie che intende fare un omaggio al grande fiume, un viaggio attraverso il Po compiuto dal giornalista Paolo Rumiz.