Televisione: croce e delizia
Zapping
frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Hello boys!/ traversando tutto l'Illinois/ valicammo il Tennessee/ senza scalo fino a qui/ è arrivato il da-da-umpa/ da-da-umpa/ da-da-umpa/ da-da-umpa…
Introdotte dalle storiche sequenze di Studio Uno, l’antesignano degli spettacoli di intrattenimento – siamo nei primi anni ’60 – e dalla celebre canzonetta scritta da Dino Verde e da Bruno Canfora, le gemelle Alice ed Ellen Kessler, inarrivabili, algide, seduttive icone degli albori della televisione, si raccontano- ottantenni - a Sabato Italiano , la nuova trasmissione condotta su RAIUno da Eleonora Daniele, che già abbiamo conosciuto come drammatica cronista della ormai collaudata Storie Italiane.
Dotate di non comune ironia le Kessler riescono piĂą volte a strappare un sorriso lumeggiando la loro lunga vita artistica.
Soltanto, appaiono un poco più assorte quando il ricordo raggiunge gli anni dell’infanzia, anni difficili per via della guerra e della successiva dittatura (nella Germania Est). Arrivarono i russi (sic) e dissero a nostro padre che doveva andarsene, sospira Ellen.
Ma non indugiamo sulla mestizia e lestamente riandiamo, cullati dalla nostalgia, alla sapienza geometrica dei festosi balletti ideati da Don Lurio, alla genialità estetica di quelle lunghe agili gambe che hanno saputo ipnotizzare generazioni di italiani: queste sono e rimangono per noi le Kessler…Con un cocktail di rugiada e gin/ dentro il calice di un fior/ la petunia fa cin cin se le canti il/ da-da-umpa/ da-da-umpa/ da-da-umpa/ da-da-umpa...
Si parla spesso in questi giorni, nelle reti RAI e non solo, del popolarissimo Enzo Biagi, giornalista di razza, scomparso dieci anni or sono.
Chi non ricorda Linea Diretta o Il Fatto? Due programmi giornalistici che fecero scuola! O le sue celebri interviste dallo stile asciutto e puntuale: quella magistrale a Gianni Agnelli, quella pittoresca e un po’ impacciata a Bhagwan Shree Rajneesh - il Guru indiano meglio conosciuto come Osho - o ancora quella tragico-drammatica a Giusva Fioravanti, e tante, tante altre. E’ la magia digitale dei pixel: il tempo e lo spazio si azzerano consentendo – mirabilia! – vicinanze altrimenti impossibili. Il ricordo è una forma di incontro suggerisce Kahlil Gibran. E dopo questo sospiroso sguardo retrospettivo appena velato di malinconia, non c’è niente di meglio, per riconnettersi rapidamente all’ora presente, che sintonizzarsi su un pedestre telegiornale, uno qualunque: il mercato delle news è davvero concorrenziale!
Nell’urgenza di riguadagnare finalmente il terreno concreto dell’attualità , ci soccorre il grazioso sindaco di Roma Virginia Raggi. Diciamo “sindaco” perché la declinazione al femminile, oggi piuttosto in voga con l’avallo della Crusca, inevitabilmente ci procura – al parasimpatico, lo sappiamo, non si comanda - un poco edificante riflesso gastroenterico.
Dunque la Raggi sta celebrando in Campidoglio la “+giornata antifascista+” sotto gli auspici dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani). Si ribadiscono i valori della resistenza e dell’antifascismo, capisaldi - come si sa - della nostra amata repubblica. Dobbiamo continuare a proclamare ogni giorno Roma fieramente, orgogliosamente e sempre antifascista! esorta con moderata enfasi l’attuale sindaco.