Roma - Silber Gallery
Franco Fortunato Fantasy
Di Dante Fasciolo
Fuggire, in cerca di una meta possibile.
Via, dal labirinto della città che avvolge ogni cosa.
Lontano, dove può solo la fervida fantasia di un artista.
Franco Fortunato ricostruire per sè una geografia di sogno.
Case a misura d’uomo trovano spazio tra i rami verdi di un albero; o sospinte dal vento e sospese tra bianche nuvole; o verso un isola dal volto umano all’incrocio con l’orizzonte…
Una fuga dall’ovvio di ogni giorno, dalle lusinghe del tempo, dalla controversa stagione del vivere la società .
C’è una barca sospinta da una possente foglia come vela, per ricordare la forza della natura, così come la serenità dell’albero ricorda con la raccolta ospitante chioma la tenerezza di un abbraccio; ecco il castello innalzato su una grande barca per ricordarci che salpare è difficile , ma basta tagliare i ponteggi della nostta pigrizia e la nostra paura per aprirsi al grande abisso blu, sempre più ampio e misterioso…e ecco bianchi gabbiani librarsi in equilibrio in laboratorio, per imparare a resistere ad ardite trasvolate….
Al fine un vagabondo raffinato, che abolisce orpelli, si disfa dell’inutile, e trascina soavemente con sé, sé stesso…tutto il bagaglio occorrente per ricominciare una nuova e più autentica vita.
Non c’è dramma nelle tele di Fortunato, non un rimprovero per il mondo che lo circonda…semmai il calore di mani materne che accarezzano
...solo un desiderio di ritrovare radici e volontà …la volontà di nuovi sentieri di pace e di bellezza, per ritrovare sé stessi in un sogno tessuto con poesia.
In questo senso vanno ricordati anche suoi storici interventi: grande mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini nel 1976 da lui stesso ideata; le Storie del parco ai Barboni, i Racconti per l’Europa del 1992, dedicato alla nascente Unione Europea e ai dodici Paesi che la fondavano; il tema di Pinocchio, il capolavoro di Collodi, un grande affresco del nostro paese, con le sue povertà e miserie, la corruzione... ed il Pinocchio quindi – per l’artista - non è una favola ma un documento ed uno spaccato della nostra società , non ancora del tutto superato.
L’instancabile lavoro continua con l’Inventario e le Città invisibili, ciclo quest’ultimo dedicato ad una lettura di Italo Calvino, e poi con i Ritrovamenti e le Città ritrovate.
E il teatro: scene per Il Corsaro di Giuseppe Verdi, messo in scena al Teatro Verdi di Trieste nel Gennaio 2013, anno del bicentenario verdiano, sotto la guida del Maestro Gianluigi Gelmetti.
Il 2013 è l’anno de Il Flauto Magico.
Nel 2014 è fra i protagonisti dello spettacolo I Papi della Gente, concepito e messo in scena all’Auditorium della Conciliazione per la beatificazione dei due Papi.
Figura poliedrica, Franco Fortunato, non si lascia sedurre dalle mode ricorrenti.
Coerente ed esplicito, il suo segno pittorico si inserisce con determinazione nell’ambito della moderna e sempre verde arte della figurazione…e il messaggio lieve e penetrante rimarrà a lungo nel cuore di quanti hanno capacità d’ascolto.