#203 - 7 ottobre 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Una nuova rubrica dedicata alla televisione: croce e delizia

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

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Da qualche settimana la stagione televisiva ha preso nuovamente l’abbrivio a tamburo battente, dopo il rituale sopore estivo accompagnato, con poche eccezioni, dalle consuete repliche del trascorso palinsesto. A parte, ecco un’eccezione, il sempre gradevolissimo e istruttivo Techetechetè su RAI1. Ma la televisione si sa, assolve anche il ruolo di loquace badante per anziani in solitudine, quindi ben venga anche la torrida replica.

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E poi, diciamolo, la consuetudine del medium, la normalità - per usare un termine ingrato ai salotti della tolleranza - della sua onnipresenza domestica oblitera la meraviglia dell’accadimento: un momento panico di azzeramento del tempo e dello spazio di cui ciascuno è testimone nel tiepido alvo del proprio nido, questo – ci sembra - il lato oscuro e sorprendente della televisione.
Impugnando il virtuoso telecomando, ci siamo abbandonati allo zapping, come si suol dire anglicizzando il saltabeccare dei tordi o lo springare dei grilli campagnoli (si perdoni la reminiscenza pirandelliana).

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Ed ecco nuovamente il salotto elegante e ben congegnato di Fabio Fazio, quest’anno per la prima volta su RAI1, sempre di gradevole e gustosa visione; nonché quello più modestamente popolare dell’incazzoso Del Debbio su Rete 4, orfano- e si vede- di Mario Giordano altrettanto incazzoso ma più puntuale e dominante nelle baruffe politiche. Di nuovo su RAI1, il sempre sorridente – e a tratti atonico - Fabrizio Frizzi conduce un eterno estenuante gioco a premi, mentre il vociante Carlo Conti coordina anche quest’anno la gara canora di un manipolo di imitatori più o meno noti o comunque bisognosi di una rinnovata notorietà.

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Canale5 ci ammannisce sempre Il grande fratello,di mediocre ispirazione orwelliana, nella versione vip, con i soliti piccoli scandali che fanno lievitare gli ascolti – almeno questo si crede - e con il moralismo compiaciuto dei commentatori in studio. Molti, ancora una volta, i salotti televisivi, immancabili quelli ormai storici di BrunoVespa (RAI1) e di Giovanni Floris (LA7). Un po’ ovunque i numerosi e ripetuti telegiornali ci informano sulle intemperanze di Trump e sui motti di Papa Francesco, e sulla Catalogna che minaccia la scissione dal regno ispanico creando un precedente pericoloso e destabilizzante per la giovane e perennemente immatura Unione Europea.

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Né ci viene lesinato a tutte le ore - Deo gratias - lo speziato condimento di cosce accavallate, seni aggettanti, natiche inquiete, labbra suggenti. Il celebre e compianto Dino Risi, alla domanda di un giornalista su cosa fosse il cinema - un chicca, questa, che cogliamo dal prezioso scrigno di Techetechetè - rispondeva con arguto cinismo: una via di mezzo tra un un’orologeria di precisione e la tratta delle bianche. Ma erano altri tempi, e un altro cinema…

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