#202 - 22 settembre 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...Moderni?

Voci

di Giuseppe Sanchioni

Mentre in tutta Italia abbiamo i cervelli in fuga, a Roma per distinguerci abbiamo invece le voci in fuga. Ma non parlo di cantanti che emigrano a Sanremo.
Parlo piuttosto di un fenomeno noto ai pazienti frequentatori dei trasporti urbani della Capitale che, di autobus, uno ne riescono a prendere ma, di fesserie, cento ne riescono a sentire.
Soprattutto sui nuovi bus rossi si verifica questo nuovo fenomeno, che forse rappresenta un segno di questi nostri magri tempi: l’annuncio delle fermate fatto, forse per una fuga all’estero delle voci indigene, da una voce femminile (ma sotto cura ormonale) straniera che sbaglia tutti gli accenti (e non solo). Cioè siamo all’imbarbarimento della lingua come già avvenuto anni fa nel passaggio dal latino al volgare. Ed in effetti, più volgare di questo!

Per esempio, quando prenderete il 310 potrete scendere a Via Ippocràte e poi andare a prendere il 163 per scendere a Via Galla Plàcida.
Caro Ippòcrate di Coo e cara Galla Placìdia da Ravenna perdonàteli perché non sanno quello che dicono!
A questo punto, per adèguarmi ai tempi e un po’ perché a forza di àndare sul bus, ho comìnciato pure io a pàrlare così sarei tèntato di contìnuare a scrivère con tutti gli àccenti sbàgliati. Cònvinto che non è un èrrore, è solo l’evolùzione di una lingua viva.

Nei prossimi anni si prevede che l’evoluzione riguarderà i verbi. Non i congiuntivi che sono già stati abbandonati da decenni, la documentazione risale almeno ai tempi di Fantozzi, ma gli altri modi.
Chissà, forse per semplificare useremo soltanto l’infinito, che fa tanto esotico.

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