Tempi...Moderni?
Voci
di Giuseppe Sanchioni
Mentre in tutta Italia abbiamo i cervelli in fuga, a Roma per distinguerci abbiamo invece le voci in fuga. Ma non parlo di cantanti che emigrano a Sanremo.
Parlo piuttosto di un fenomeno noto ai pazienti frequentatori dei trasporti urbani della Capitale che, di autobus, uno ne riescono a prendere ma, di fesserie, cento ne riescono a sentire.
Soprattutto sui nuovi bus rossi si verifica questo nuovo fenomeno, che forse rappresenta un segno di questi nostri magri tempi: l’annuncio delle fermate fatto, forse per una fuga all’estero delle voci indigene, da una voce femminile (ma sotto cura ormonale) straniera che sbaglia tutti gli accenti (e non solo). Cioè siamo all’imbarbarimento della lingua come già avvenuto anni fa nel passaggio dal latino al volgare. Ed in effetti, più volgare di questo!
Per esempio, quando prenderete il 310 potrete scendere a Via Ippocrà te e poi andare a prendere il 163 per scendere a Via Galla Plà cida.
Caro Ippòcrate di Coo e cara Galla Placìdia da Ravenna perdonà teli perché non sanno quello che dicono!
A questo punto, per adèguarmi ai tempi e un po’ perché a forza di à ndare sul bus, ho comìnciato pure io a pà rlare così sarei tèntato di contìnuare a scrivère con tutti gli à ccenti sbà gliati. Cònvinto che non è un èrrore, è solo l’evolùzione di una lingua viva.
Nei prossimi anni si prevede che l’evoluzione riguarderà i verbi. Non i congiuntivi che sono già stati abbandonati da decenni, la documentazione risale almeno ai tempi di Fantozzi, ma gli altri modi.
Chissà , forse per semplificare useremo soltanto l’infinito, che fa tanto esotico.