#199 - 18 agosto 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Paroleparole

Parte prima

di Ruggero Scarponi

Mi chiamo Aldo e questo non credo che dica molto ai più. Non sono sposato, ho cinquantanove anni e per circa quarant’anni ho lavorato in una prestigiosa azienda a livello nazionale. Ora a due o tre anni dalla pensione mi trovo disoccupato. Disoccupato per mia scelta.

Tutte le mattine, da che non ho nulla da fare, vengo qui, in questo parco, a passeggiare e a passare il tempo. Di rado mi fermo a parlare con qualcuno. Stamattina, però, caro amico, mi è sembrato che lei fosse la persona ideale cui confidare certe idee che vado rimuginando dentro di me e che sono state la causa delle mie dimissioni. Le dirò che sono molto contento che lei si sia dimostrato disponibile ad ascoltarmi, non è facile, infatti, trovare uno sconosciuto con cui chiacchierare di cose che siano più consistenti del più e del meno. Pertanto se desidera pormi delle domande non si faccia scrupolo le risponderò con sincerità e senza reticenze.

  • Per la veritĂ , da come si è avvicinato, mi ha subito incuriosito e ho intuito che la sua non era una storia qualsiasi e che valeva la pena di ascoltare. Qualcosa me l’ha giĂ  detta, il suo nome, la sua etĂ , il fatto che si trova disoccupato per sua scelta…ma vediamo in tutto questo di fare un po’ d’ordine. Per esempio mi parli del suo lavoro, di cosa si occupava?
  • ero agente di commercio, da piĂą di trent’anni.
  • Ha fatto studi regolari?
  • Si. Dopo le medie mi sono diplomato ragioniere.
  • E ha sempre lavorato, dopo, o è stato disoccupato per alcuni periodi?
  • No, ringraziando il Cielo nel mio settore non c’è mai stata crisi e ho sempre potuto lavorare senza problemi e anche con qualche soddisfazione.
  • Dal lato economico?
  • Anche. Guadagnavo molto bene.
  • E come mai ha pensato di aprirsi proprio con me, che non ci conosciamo e ci siamo incontrati per caso? Pensa che potrei fare qualcosa per lei?
  • No, non credo che lei possa fare nulla per me. E d’altronde perchĂ© dovrebbe? mi sono licenziato io, per mia libera scelta.
  • E’ forse intervenuto qualche fatto grave che l’ha spinta a tale decisione? Qualche illecito?
  • Ci mancherebbe! No, la rassicuro subito. La nostra è un’azienda sana e noi agenti si è sempre lavorato onestamente. No, non è di questo che intendo parlare.
  • E allora coraggio, l’ascolto.
  • Bene. Le dirò, trovarmi senza lavoro, alla mia etĂ , non è una cosa semplice. Se a questo poi aggiunge che sono stato io stesso l’artefice di tale situazione può capire in quale stato di confusione oggi io mi trovi.
  • Certo, lasciare un lavoro sicuro, di questi tempi, è piuttosto inconsueto, mi pare.
  • E’ vero altrimenti non sarei qui a raccontarle i fatti miei.
  • Ma lei ha riflettuto bene su quel che faceva?
  • Vede, a questo punto, prima di rispondere e per essere compreso appieno ho bisogno che faccia un piccolo sforzo d’immaginazione, piccolo, non pretendo molto ma è assolutamente necessario che si faccia carico di una veritĂ  che a me appare evidente.
  • E sarebbe a dire?
  • Che per ognuno di noi c’è un destino giĂ  scritto.
  • Se può agevolarla nella sua narrazione fingerò che sia così, sebbene io sia sempre stato convinto del contrario e cioè che ognuno forgia il proprio destino da sĂ© medesimo.
  • Non voglio entrare in simili disquisizioni, non ci porterebbero da nessuna parte. Anzi trattando della mia vita ciò che interessa conoscere è solo il pensiero da cui sono scaturite le mie azioni.
  • Come vuole, l’ascolto, ma con riserva, riguardo al suo fatalismo.
  • Mi sarebbe sin troppo facile dimostrarle come anche lei, così scettico, ne subisca costantemente l’influsso, del “mio fatalismo” ma preferisco astenermene per proseguire nella narrazione.
  • Giusto, ma prima di continuare, mi dica, in che ramo del commercio esercitava?
  • Domanda ottima, direi importante. Io, noi, ci occupavamo di biancheria intima femminile, lingerie.
  • però! Un settore alquanto stimolante. ChissĂ  di quanti aneddoti e segreti si sarĂ  arricchita la sua esperienza!
  • Non lo nego. Stare tutto il giorno a contatto con l’intimitĂ  femminile…ci sarebbe da raccontare, davvero.
  • E lei ha avuto il coraggio di abbandonare un lavoro simile?
  • Si. E insieme al lavoro tante conoscenze e amicizie interessanti.
  • E allora! In tutta franchezza credo che abbia commesso una sciocchezza. Almeno si fosse trovata un’altra occupazione, prima.
  • Se la mettiamo sul piano della razionalitĂ  non potrei darle torto eppure la mia decisione per quanto impulsiva fu inevitabile.
  • Se lo dice lei, la credo. Ma vorrei capire, se permette.
  • Certo è per questo che mi sono deciso a parlarle. Comincerò dal principio, da quando ottenuto il diploma di ragioniere presentai domanda di assunzione a diverse aziende.
    A quel tempo era sufficiente un diploma per essere assunti e trovare un lavoro non era difficile come oggi.

Dopo qualche settimana, infatti, fui contattato dall’ufficio del personale dell’azienda di biancheria che le dicevo. Era leader nazionale del settore e io fui convocato a Milano, presso la sede centrale per il colloquio. Tutto andò bene e in meno di due settimane entrai come impiegato.

  • Quindi il suo primo impiego non fu come agente, bensì come impiegato…in quale settore?
  • Amministrativo. Ero alle dirette dipendenze del direttore amministrativo.
  • E si è trovato bene in quell’ufficio?
  • PiĂą che bene, mi creda. Il mio capo ed io andammo subito d’accordo e presto ricevetti molte lodi e qualche premio in denaro per il mio lavoro. Era molto soddisfatto di me e mi affidava incarichi di fiducia.
  • Per esempio?
  • Bè, niente di eccezionale naturalmente, non vorrei che si facesse un’idea errata. Erano tutti servizi di supporto all’attivitĂ  del direttore, come tenere in ordine l’archivio delle gazzette ufficiali e di altri compendi a carattere economico o giuridico.
  • Un lavoro mi par di capire da segretario.
  • Se vuole.
  • Bene e quando avvenne che passò al settore commerciale?
  • Dopo qualche anno, il direttore amministrativo ci lasciò definitivamente, nel senso che ebbe un infarto e morì. Il suo posto fu assegnato a un dirigente venuto da fuori che si portò dietro i suoi collaboratori. Per me in quell’ufficio non ci fu piĂą posto e per non essere licenziato o spedito a qualche sperduta filiale accettai l’offerta di diventare agente.
    (continua)
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