#198 - 29 luglio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Poesia

Luglio 1943

Di Giuseppe Cusa

Infine con la coda fra le gambe
se ne andavano via i tedeschi.
facevano pausa i fucili
spianati e le mitraglie, nel rumore
dei carri armati sulla strada larga,
le canne lunghe e gli occhi delle torri.

Stavamo in una grotta a Pilacane.
in dodici famiglie ci stavamo:
i lumi ad olio accesi alle pareti
del corridoio buio, che girava
i pilatro centrale d'arenaria.
I colpi di cannone, che dal mare
cercavano i tedeschi, da lassù
vedevo; un aereo che scppava,
seguito da due caccia americani.
ho visto ch'esplodeva a Bubbonìa.

Il sesto giorno, la mattina presto,
si diceva già che erano sbarcati
e mia madre l'ho vista stando in aria:
io ero andato a prendere il latte
di capra, che la zia aveva pronto
per mio fratello piccolo svezzato;
sul pianoro del casolare bianco
montavano le tende colorate;
un ragazzone nero sorrideva
e mi buttava su, con me giocando.
Non vedeva lo sguardo di mia madre,
ch'era nascosta dietro quella siepe.

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