Nell'ambito della Settimana di Cultura Friulana
Un itinerario fra le Biblioteche Italiane
Palazzo Antonini - Università di Udine
Inchiostro e pennino
Mostra dei lavori artistici di Giovanni Cavazzon
Fino a lunedì 22 maggio fa tappa all’Università di Udine l’“Itinerario fra le biblioteche” della mostra “Inchiostro e pennino di Giovanni Cavazzon.
L’esposizione presenta opere realizzate con la tecnica dell’inchiostro su carta con utilizzo di pennino e stiloforo, mezzi antichi come la scrittura, tuttora vivi e vitali. La mostra, in viaggio dal 2015, dopo Firenze, Gorizia, Treviso e Parma, giunge ora a Udine nell’ambito della “Settimana della cultura friulana” organizzata dalla Società filologica friulana.
All'inaugurazione della mostra, nell’atrio di palazzo Antonini, in via Petracco a Udine, sono intervenuti Andra Tilatti, delegato per le biblioteche e banche dati dell’Università di Udine, Federico Vicario, presidente della Società filologica friulana, il maestro Giovanni Cavazzon e la curatrice della mostra Anna Pascolo.
Il percorso espositivo, avviato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nel 2015 vanta un testimonial di eccezione, il dott. Gianfranco Aquila, presidente della Elmo e Montegrappa S.p.A.
Per “Inchiostro e pennino” si è formato un comitato scientifico con personalità di altissimo valore; si tratta di Arnaldo Colasanti, Philippe Daverio e Maria Letizia Sebastiani. Nel volume monografico che raccoglie la documentazione di questa particolare esperienza è presente un intervento del prof.Franco Ferrarotti, il quale ha argutamente sottolineato un particolare che riguarda la grafia con il pennino e che davvero non deve essere trascurato: il suono. Dice: “Non scrivo. Parlo con la carta. Il gracchiare del pennino è un continuo sussurro sincopato”.
Come ha osservato Marco Menato, direttore della “Isontina”, “le biblioteche, negli ultimi anni, hanno subito così consistenti tagli nel loro già magri bilanci, che ne è stata forse per la prima volta messa in discussione la stessa esistenza e significato nei confronti di un futuro illusoriamente digitale e a portata di click. La prodigiosa inventiva di Giovanni Cavazzon ci insegna ancora una volta che la presenza umana non potrà mai essere soppiantata dagli apparati tecnologici, così come le biblioteche continueranno ad accompagnare gli uomini nel loro cammino verso la conoscenza.”
Infatti, il m° Cavazzon ci dimostra come questi mezzi, antichi come la scrittura, siano ancora vivi e vitali.
Come scrive il dott.Aquila: “Una parte fondamentale della stilografica è il pennino, oggetto vivo, sensibile al fattore umano come l’ancia di uno strumento a fiato. Fluido come il respiro, l’inchiostro lascia la traccia precisa della nostra essenza; ecco allora che se noi leggiamo un manoscritto di Ernest Hemingway percepiamo lo stato d’animo vissuto nel momento della scrittura.
Con il pennino si può anche disegnare e Giovanni Cavazzon ci mostra come il suo fare creativo, la sua umanità, si riversi – senza filtro alcuno, perché filtro non ci può essere – sulla pagina bianca e, di certo, a tale umanità egli aggiunge una rara e raffinata maestria nel segno.”
Queste le parole del maestro: “Per lungo tempo ho operato con la matita fino ad acquisirne ogni peculiarità; impadronitomi di una energica sicurezza nel segno, sono passato al più complesso uso del pennino. L’inchiostro non permette di cancellare ed obbliga ad una immediatezza di segno carico della rapidità d’esecuzione a tutto vantaggio della diretta comunicazione tra il pensiero e la realizzazione.”