Tempi...moderni?
Ponti
di Giuseppe Sanchioni
Fino al 1977, cioè fino all’entrata in vigore della legge che riformava il calendario abolendo molte delle festività civili e religiose, eravamo considerati, a torto o a ragione, il paese dei ponti per la quantità di feste infrasettimanali da onorare opportunamente.
Nel 2017, ci sono voluti quarant’anni ed un nuovo millennio, senza bisogno di approvare nessuna legge o di indire nessun referendum abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti. Non solo abbiamo abolito i ponti ma, a ragione o a torto, quelli che rimangono si eliminano da soli crollando.
Infatti qualche giorno fa è crollato l’ennesimo cavalcavia, questa volta fortunatamente senza vittime. E fanno almeno quattro in tre anni.
E noi che a Roma ci lamentavamo delle buche! Anche se le nostre sono le più grandi e importanti d’Italia almeno non ci cadono in testa, semmai siamo noi che cadiamo loro addosso, sprofondandole. Perché da noi i ponti degli antichi romani, cioè le vecchie buone cose di una volta, resistono benissimo.
Ricordate quindi, nel caso vi sfrattassero da casa, di non andare a dormire sotto i ponti, meglio in una buca: forse copre poco ma in compenso è più sicura!