Teatro Vascello - Roma
Rossini Ouverture
Dopo le numerose presenze nei maggiori teatri e festival internazionali e reduce da una prestigiosa tournée asiatica (a Taiwan per l’inaugurazione del National Taichung Theater e in Giappone nell’ambito della Triennale di Tokyo con il progetto "La Mode" diretto da Tomoko Mukaiyama) Spellbound Contemporary Ballet, reduce dal debutto in prima mondiale al Teatro Rossini di Pesaro, arriva a Roma al Teatro Vascello fino al 26 marzo, con Rossini Ouvertures.
Rossini Ouvertures celebra la figura artistica e umana di Gioachino Rossini di cui, nel 2018, ricorreranno i 150 anni dalla morte. Al suo illustre concittadino, Pesaro, città della Musica, con il suo conservatorio e teatro storico, ha dedicato un ricchissimo calendario di attività artistiche, musicali e letterarie tese a onorare la vita e l’attività artistica del geniale compositore; tra queste si è inserito lo spettacolo creato da Mauro Astolfi a cui la città di Pesaro, insieme al Teatro Rossini, partecipa come co-produttore.
È infatti l'attesissima nuova creazione di Mauro Astolfi realizzata con il contributo del MiBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Comune di Pesaro & AMAT, inaugurando una nuova stagione di grandi tournée e successi non solo italiani per Spellbound Contemporary Ballet che si è affermata come una delle principali espressioni della danza made in Italy conquistando i primi posti dell’attenzione internazionale.
"La lettura di Augusto Benemeglio sulla vita di Rossini - scrive Astolfi - su quella "Follia organizzata" è stata per me profondamente e assolutamente illuminante. Sono sinceramente stato sedotto in 24 ore di ascolto continuo e ripetuto dal mondo Rossiniano, da questa genialità così prorompente e inebriante ma che al tempo stesso viveva camminando a braccetto con tante macchie nere, dilaniato da un profondo mal di vivere che, attraverso una fortissima ed energetica personalità , al limite del bipolarismo, ha creato opere musicali di una grazia assoluta ed eterna.
Cercare di toccare tutti i punti di una vita come quella di Gioacchino Rossini sarebbe stato assolutamente impossibile, anche perché per quanto la danza possa e per quanto il movimento sia un altro aspetto del suono, la materializzazione della musica, quello che Rossini ha saputo creare in pochi anni della sua vita... non credo potrà mai essere rappresentato diversamente in modo sinceramente sensato.
Ma l'estrema contemporaneità di questo grandissimo artista è talmente presente e vibrante nella vita che vivo, nella vita che osservo attorno a me, che ho cercato di avvicinarmi alla profonda relazione tra questo presagio, questa consapevolezza, questa paura della morte e la capacità al tempo stesso di generare un'emozione così scintillante, così piena di grazia, di potenza e di divertimento che ogni fine d’opera era un ‘altra opera che si creava.
In questo spettacolo ho immaginato una grande parete, la parete dei ricordi di Rossini, dove nascondeva, dove archiviava il suo cibo, i suoi vini, la casa dove ospitare I suoi grandi amici e compositori, ma anche la gente comune con la quale amava scherzare, giocare e condividere tutti gli aspetti della sua vita.... questa "parete" è stata immaginata come una proiezione della sua mente, piena di sportelli, di ripiani, di nascondigli, una parete che separava un mondo dall'altro.
In questo spazio si aggirava un inquilino, una figura antropomorfa, nera, una macchia che aveva assunto sembianze umane, che ormai comunicava con lui, che si insinuava nei suoi sogni, strisciava dentro il suo letto e poi spariva ma che era sempre lì, come a scandire il poco tempo, ma anche il lungo tempo passato a combattere contro disagi fisici e psichici di ogni tipo. Questa figura nera era la paura della morte, la sua malattia, ma forse anche il suo consigliere, paradossalmente in alcuni momenti l'unica certezza.
Nelle sue lunghissime notti, sempre più insonni, Rossini viveva ormai in due mondi, che a momenti si avvicinavano, quasi si toccavano, e solo la sua infinita capacità di creare, la sua passione per il godimento fisico, sensoriale, per la cucina, per il sesso, riuscivano momentaneamente ad anestetizzare quello che stava accadendo nel suo corpo e nella sua mente.
La sua era musica estrema. Il segno di una forza e di una energia superiore, e ho volutamente cercato di creare una danza estrema, carica di energia, di vitalità , di incontri, di seduzioni, di suggestioni; ho passato molto tempo pensando come si sarebbe potuto tradurre in movimento la sua genialità compositiva. Non ho sentito di lavorare su un'astrazione, ho cercato e ho ‘sentito’ come raccontare la vibrazione della sua musica: mi sono letteralmente lasciato trasportare, ed è stata un'esperienza unica.
Come scrive Alessandro Baricco: la musica di Rossini è una vera e propria ‘follia organizzata’. Intensità , caos puro, smarrimento, fuga schizoide ma scappando ha creato qualcosa che non avrebbe mai più potuto essere ripetuto dopo di lui."