#188 - 25 marzo 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Arte

Celebrando la leggerezza o se vogliamo la forza della sua illusione,
Benaglia sceneggia in modo inedito la nostra continua meraviglia di esistere, l’amore per la vita...

Alla Silber Gallery di Roma fino al 31 marzo

Taranta e acrobati

Il passo danzante della vita
La fantastica pittura di Enrico Benaglia

Di Alida Maria Sessa

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

Tutta l’opera di Benaglia è un Elogio della Leggerezza o dell’arte di Sottrarre.
Da sempre nei suoi quadri è bandito il senso del peso e sfidata la forza di gravità.
l’aria scherza, vortica in correnti ascendenti del cuore o in capricci del vento, quando sperimenta con freschezza le sue piccole magie, mentre i corpi, appena possono, si smaterializzano,disfacendosi luce nella luce in un pulviscolo coloratissimo di pixel energetici.

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

Dappertutto, anche nei notturni, c’è questa ricerca di luce ed un desiderio di volo, o almeno di galleggiamento o di levitazione a cui partecipano spesso anche gli oggetti simbolici dell’attrezzeria emotiva del pittore.
I personaggi di carta poi sembrano sempre presi da una gara tra loro di leggerezza in movimento. Le figurine disincarnate, eppure così espressive, non fanno che guizzare, spiccare salti o intrecciarsi in delicate movenze acrobatiche.

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

In questa suite, in gran parte dedicata alla taranta quasi sempre le figurine ritagliate ballano su una spiaggia, in riva al mare, sotto un cielo notturno punteggiato di stelle.
Lo scialle rituale della danza salentina vortica attorno al corpo della ballerina, intreccia la figura di un cavaliere evocato dal cuore ma non presente, visto come il suo corpo nascere per subito sfumare nello sfondo nebbioso. Un’altra ragazza danza nel cielo, una stella in mano e l’altra sotto la punta del piede, una terza saltella nella battigia, le mani serrate a sollevare la gonna fluida della taranta ma con gli occhi rapiti da una stella.

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

Celebrando la leggerezza o se vogliamo la forza della sua illusione, Benaglia sceneggia in modo inedito la nostra continua meraviglia di esistere, l’amore per la vita malgrado tutto, e ci riconcilia con l’innocenza che sonnecchia dentro di noi e pensiamo sepolta. Ci costringe a ricordare che quando l’anima non vola dal basso verso l’alto, il corpo resta carne inerte destinata ad una paralisi fisica e spirituale.

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

Nelle opere dedicate agli acrobati e ai giochi infantili, Benaglia rivela il bisogno di investigare anche le ambiguità e i rischi che ogni azzardo giocoso implica. Se i personaggi dei suoi primi cicli tematici risalenti a molti anni fa esprimevano un virtuoso e calcolato equilibrio, le figurine più recenti paiono sfidare sempre di più il pericolo e vengono riprese come in un fermo immagine nel preciso istante in cui l’equilibrio si potrebbe rompere. Tutti pretesti per raccontare la gioia di vivere, ebbrezza allo stato puro, insidiata dall’istinto di morte. Tappe dello stesso itinerario inconsapevole tra bellezza e paura, simbolo quindi della condizione umana.

Taranta e acrobatiTaranta e acrobati

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