Coerenza
di Dante Fasciolo
Credo che nessuno usi il termine coerenza
senza provare un piccolo brivido dentro di se,
e seppure armati della più grande autostima
non si può negare a se stessi che, si!…a volte sono stato incoerente.
Ma essere coerenti non vale solo affermarlo
se alle parole non corrispondono le azioni,
e tanto più si è coerenti se l’agire è riferito ai principi.
Ora non c’è chi non veda
che viviamo una società profondamente incoerente:
critichiamo gli altri sempre per assolvere noi stessi;
giustifichiamo ogni nostra azione quotidiana
coprendola con esempi deplorevoli degli altri;
proclamiamo le nostre convinzioni
senza percepire un pur minimo rilievo contrario;
Insomma, vedere l’errore nell’azione altrui
serve a fuggire dall’evangelico trave nel proprio occhio.
Orbene, se è vero che cambiare opinione
è ormai sdoganato come prova di intelligenza,
cambiare repentinamente troppo spesso,
e in un lasso di tempo ristretto, è decisamente incoerente,
con buona pace di chi presume essere sempre e comunque
portatore di verità , ancorchè da dimostrare.
Da un po’ di tempo a questa parte
c’è in atto all’interno della società ,
e nell’agire di quanti sono chiamati a rappresentare
le esigenze della comunità ,
un sempre più forte e malevole modo di combattere
che sul filo di ragionamenti roboanti quanto complicati
maldestramente incanalano la loro incoerenza
verso determinazioni da far invidia ai più abili sfasciacarrozze.
Non martelli o cacciavite, gli strumenti sono più sottili:
aria levantina, bizantinismi lessicali, minacce altisonanti…
e una variegata incoerenza a cornice della vaghezza.