#183 - 11 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrą  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerą  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puņ durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pił importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma pił potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltą  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensģ nella capacitą  di assistere, accogliere, curare i pił deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltą  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositą , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Populismo

di Dante Fasciolo

Tra le parole in voga oggi la piĆ¹ gettonata ĆØ populismo
fatta propria dalla politica con demagogia
che brandisce la piazza e i sentimenti popolari
al fine di carpire facile consenso.
America e Inghilterra in prima fila,
ma ben piĆ¹ preoccupante ĆØ lo sguardo in Europa,
dove si affacciano scenari che evocano nefasti trascorsi,
e in Italia ove la fragile democrazia assicurata fin qui
da progressisti e conservatori, ĆØ presa a tenaglia
da due populismi che mischiano le appartenenze piĆ¹ variegate
e che nelle loro apparentemente diverse impostazioni
perseguono lā€™obiettivo di disarcionare lā€™organizzazione partitica
per imporne una basata sulla comunicazione
piuttosto che sul confronto, sullā€™emozione piĆ¹ che sul contenuto.

Il grido della piazza si fa dunque governo,
e lungi dallā€™elaborazione di un sistema valoriale,
soffocato da slogan tanto semplici quanto ingannevoli,
propone una ipotetica ā€œterza viaā€ā€¦cosƬ a lungo vagheggiata
anche da forze che ne riconoscono ragionevolmente una visione.

Senza togliere al popolo lā€™illusione di contare,
e senza impedirgli di ridefinire il modello di societĆ ,
i due populismi italiani sembrano inclini
lā€™uno a ripercorrere vecchie strade consumate e inefficienti
con un capo del plotone indefinito,
lā€™altro lā€™adozione di scelte guidate da una classe dirigente
selezionata da metodi di cortile che evidenziano nei fatti
inconsistenze, incapacitĆ , velleitarismi.

Entrambi i populismi nostrani inoltre forti della piazza
spingono allā€™isolazionismo rispetto allā€™Europa e cosƬ facendo
alimentano il rischio di compromettere i percorsi di riforma
portati avanti ad oggi dalle forze progressiste.
Ce da chiedersi infine, questo populismo
aiuta veramente il nostro popolo a crescere?

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