Populismo
di Dante Fasciolo
Tra le parole in voga oggi la piĆ¹ gettonata ĆØ populismo
fatta propria dalla politica con demagogia
che brandisce la piazza e i sentimenti popolari
al fine di carpire facile consenso.
America e Inghilterra in prima fila,
ma ben piĆ¹ preoccupante ĆØ lo sguardo in Europa,
dove si affacciano scenari che evocano nefasti trascorsi,
e in Italia ove la fragile democrazia assicurata fin qui
da progressisti e conservatori, ĆØ presa a tenaglia
da due populismi che mischiano le appartenenze piĆ¹ variegate
e che nelle loro apparentemente diverse impostazioni
perseguono lāobiettivo di disarcionare lāorganizzazione partitica
per imporne una basata sulla comunicazione
piuttosto che sul confronto, sullāemozione piĆ¹ che sul contenuto.
Il grido della piazza si fa dunque governo,
e lungi dallāelaborazione di un sistema valoriale,
soffocato da slogan tanto semplici quanto ingannevoli,
propone una ipotetica āterza viaāā¦cosƬ a lungo vagheggiata
anche da forze che ne riconoscono ragionevolmente una visione.
Senza togliere al popolo lāillusione di contare,
e senza impedirgli di ridefinire il modello di societĆ ,
i due populismi italiani sembrano inclini
lāuno a ripercorrere vecchie strade consumate e inefficienti
con un capo del plotone indefinito,
lāaltro lāadozione di scelte guidate da una classe dirigente
selezionata da metodi di cortile che evidenziano nei fatti
inconsistenze, incapacitĆ , velleitarismi.
Entrambi i populismi nostrani inoltre forti della piazza
spingono allāisolazionismo rispetto allāEuropa e cosƬ facendo
alimentano il rischio di compromettere i percorsi di riforma
portati avanti ad oggi dalle forze progressiste.
Ce da chiedersi infine, questo populismo
aiuta veramente il nostro popolo a crescere?