#183 - 11 febbraio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Populismo

di Dante Fasciolo

Tra le parole in voga oggi la più gettonata è populismo
fatta propria dalla politica con demagogia
che brandisce la piazza e i sentimenti popolari
al fine di carpire facile consenso.
America e Inghilterra in prima fila,
ma ben più preoccupante è lo sguardo in Europa,
dove si affacciano scenari che evocano nefasti trascorsi,
e in Italia ove la fragile democrazia assicurata fin qui
da progressisti e conservatori, è presa a tenaglia
da due populismi che mischiano le appartenenze più variegate
e che nelle loro apparentemente diverse impostazioni
perseguono l’obiettivo di disarcionare l’organizzazione partitica
per imporne una basata sulla comunicazione
piuttosto che sul confronto, sull’emozione più che sul contenuto.

Il grido della piazza si fa dunque governo,
e lungi dall’elaborazione di un sistema valoriale,
soffocato da slogan tanto semplici quanto ingannevoli,
propone una ipotetica “terza viaâ€â€¦così a lungo vagheggiata
anche da forze che ne riconoscono ragionevolmente una visione.

Senza togliere al popolo l’illusione di contare,
e senza impedirgli di ridefinire il modello di società,
i due populismi italiani sembrano inclini
l’uno a ripercorrere vecchie strade consumate e inefficienti
con un capo del plotone indefinito,
l’altro l’adozione di scelte guidate da una classe dirigente
selezionata da metodi di cortile che evidenziano nei fatti
inconsistenze, incapacità, velleitarismi.

Entrambi i populismi nostrani inoltre forti della piazza
spingono all’isolazionismo rispetto all’Europa e così facendo
alimentano il rischio di compromettere i percorsi di riforma
portati avanti ad oggi dalle forze progressiste.
Ce da chiedersi infine, questo populismo
aiuta veramente il nostro popolo a crescere?

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