#180 - 21 gennaio 2017
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrŕ in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerŕ il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchč ti morde un lupo, pazienza; quel che secca č quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport č l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte č costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista č colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Racconto

Spiazzata

Prima parte

di Ruggero Scarponi

Angelina protestò lamentosa, ma dobbiamo davvero, mamma? Davvero devo venire anche io? Per questo fine-settimana avevo promesso a Giorgia che sarei andata a casa sua.
Ci andrai un’altra volta, rispose Mara, d’altronde state sempre insieme, se una volta passi qualche giorno con tua madre, non sarà la fine del mondo, no?
Angelina mise su un broncetto che esprimeva tutta la sua insoddisfazione. Prese a sfogliare nervosamente la rivista dei programmi televisivi, ma dopo un po’ la scagliò sul pavimento con rabbia.
Bè? Urlò Mara, che ti prende? Raccoglila subito!
Angelina si piegò di malavoglia, raccolse la rivista e la ripose sul divano. Accese la televisione e cominciò a fare zapping. S’arrestò su un programma di cucina, per un minuto o due e poi spense.
Perché hai accettato l’invito?disse, chi li conosce quelli.
Sono stati gentili, rispose Mara, mi sono sembrate brave persone. E poi viene al momento giusto.
E secondo te, papĂ , sarebbe contento? Cosa direbbe se ci fosse anche lui?
Senti ragazzina, papà ora non c’è, non uscirà prima di sei mesi e durante questo tempo noi dobbiamo andare avanti lo stesso.
Lo so, frignò Angelina, ma quei due sono vecchi!
Sono stati gentili con noi e non mi pare che persone così si trovino tanto facilmente e poi cerca di ragionare: in questo momento le cose non vanno bene. Finché papà non torna non abbiamo risorse. Gli avvocati si sono mangiati quasi tutto, questo lo sai, no?
Si, assentì Angelina, è solo che non mi piace dover andare per una settimana presso degli sconosciuti. Su su, la incoraggiò Mara, cerca di essere saggia. E’ un momento particolare, ma se lo affrontiamo insieme, riusciremo a superarlo, ne sono certa.
Dopo si abbracciarono strette.
Mara mise la mano nella tasca del vestito e ne trasse due banconote.
Queste me le ha date la signora, disse, per il viaggio. Due sono troppe, prendine una e comprati qualcosa.
Angelina guardò la madre stupita, poi prese il denaro e tornò ad abbracciarla forte.
Il signor John stava leggendo un libro disteso su una sdraia, a bordo piscina. La signora Dorothy stava curando le ortensie, in giardino.
Mara e Angelina giunsero con la macchina a metà mattina, s’arrestarono davanti all’ingresso della villa e Mara suonò il clacson due volte, debolmente.
Oh! Esclamò John, alzando la testa e distogliendo lo sguardo dal libro, siete le benvenute, potete mettere l’auto nel garage, ora vi apro il cancello.
Subito dopo arrivò anche Dorothy.
My God! Strepitò, davvero siete venute! Come sono contenta! Brave, non vedevo l’ora di abbracciarvi! Appena Mara scese dalla macchina fu risucchiata nell’immensa vestaglia azzurrina dell’americana che disse:
Cara, sono proprio contenta! non sai quanto mi fai felice.
Io non so davvero come ringraziarla, tentò di replicare Mara appena riuscì ad emergere dall’abbraccio della donna, siete stati gentili ad invitarci.
Macchè, macchè, si schermì Dorothy, per due donnine adorabili come voi, era il minimo che si poteva fare. E poi siete state così carine con il mio John, quando ha perso gli occhiali! Meno male che vi ha incontrato! E dov’è la tua piccola meravigliosa figliola?
Angelina? E’ qui, eccola che viene.
Angelina si fece avanti un po’ intimidita, buon giorno, disse, tendendo la mano.
Ah! Bambina mia! sospirò Dorothy sommergendola nell’ abbraccio, come sono contenta! Qui puoi fare tutto quello che vuoi.
E potrai nuotare in piscina quanto vorrai, aggiunse il signor John, che si era avvicinato.
Comunque, signora, disse Mara, io e mia figlia, intendiamo renderci utili, dare una mano, non vorremmo…
Non se ne parla, protestò Dorothy, siete venute per stare in vacanza, no? E allora! non dovete preoccuparvi di nulla. In casa abbiamo sufficiente aiuto e per qualsiasi esigenza non dovrete far altro che rivolgervi alla nostra Fernanda, la governante. E’ una donna sensibile che sa fare il suo lavoro e sa come si ricevono gli ospiti.
Ora dovete solo pensare a rilassarvi. Questa casa è a vostra disposizione, per qualunque cosa.
Fernanda accompagnò le due donne nelle rispettive stanze.
Dopo un po’ Angelina irruppe in quella di Mara. Mamma! Esclamò, da me c’è il computer e anche la televisione!
Mara sorrise, bene, disse, che t’avevo detto? vedrai che sarà una bella vacanza.
Più tardi si fece viva Dorothy. Cara, disse, vorrei andare in paese ad acquistare del pesce ma non so se sono capace a riconoscere se è fresco.
Se vuole posso accompagnarla io, rispose Mara, sono abbastanza esperta.
Magari! Mi faresti proprio un gran favore! Poi potremmo fare insieme un po’ di shopping, che ne dici?
Mara assentì con vigore, tanto più che la signora, molto discretamente, le aveva fatto scivolare in tasca alcune banconote.
Angelina uscì in costume da bagno dalla sua stanza e andò a sedersi a bordo piscina.
Il signor John si tolse la pipa di bocca e la seguì con lo sguardo finché non si fu seduta.
L’uomo calzava sulla testa un cappello di paglia, era a torso nudo e indossava un paio di calzoncini beige molto sgualciti. Non era una bella vista. Era molto magro, con la pelle cascante e una pancetta tonda e flaccida. Naso e bocca quasi si toccavano e nell’insieme suggeriva l’idea di una tartaruga senza guscio.
Fernanda, la governante, arrivò con passo deciso. Lasciò cadere in terra l’accappatoio e si tuffò nella piscina.
Era nuda.
Angelina strabuzzò gli occhi. Guardò prima la donna, poi il signor John, che era rimasto impassibile e dopo rientrò in casa, stizzita.

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