Trittico di Natale
L'annuncio - Gli Angeli galanti -
di Antonio Bruni
L'Annuncio
E fu una sorpresa di notte
lasciato il lavoro in disparte
la donna si mise a pregare:
"Si chiude l'autunno dell'anno
le membra mie fresche di foglie
vorrei dare un frutto al mio ventre
mi manca un compagno da amare
un’isola sono in deserto
eppure son ricca di linfe
di là vengon suoni di danza
c'è un muro che serra in silenzio
l'esplodermi giovane corpo ."
E l'angelo apparso in finestra
le tese una mano di giunco
sbocciata in un fiore giacinto:
"Adórnati il capo in ghirlande
indossa la veste di seta
che mostra il tuo seno rigonfio
intendo condurti a una grotta
laddove ti attende un bambino
vagisce l'aurora su paglia
regalo al tuo istinto di donna
per darti messaggio e missione
accoglilo in senso di gioia! "
La donna gli accese lucerna
si sciolse i capelli in un manto
le braccia in un arco invitante:
"Sommersi da torri di affanni
ingombri di inutili argenti
ricercano sabbia i fratelli
non sanno se il canto è rumore
ti voglio seguire alla grotta
in cerca del bimbo tra noi
in dono gli porto il mio latte
che sento ora in petto affiorare
l’essenza mia in cibo di lode! "
Gli Angeli Galanti
Rubavano gli angeli i doni
le culle le bambole i cerchi
da tutte le case più ricche
svuotavano i piatti imbanditi
da scrigni svanite le gioie
perché questi furti leggiadri?
volavano in cerca di mamme
dal seno rigonfio di latte
esposte di sé in melograno
in strada alla fonte nel letto
galanti porgevano omaggio
con un ritornello all'orecchio:
“la donna che doppia il suo corpo
in grazia rinnova bellezza
risplende d'eterno sorriso "
con ali lustravano grotte
festoni broccati intrecciando
chiamavano al bimbo i fratelli
cometa tirava col manto
l'ardore di mille sorelle
in strascico un coro di lodi
in festa si accese la notte
non fu sortilegio né inganno
ma evento prodigio divino
destati quegli uomini in barba
offrivano pelli lanose
cestelli di pane e ricotta
e come incantate silenti
le bestie dintorno fedeli
innocue nei denti e in artigli
ignudo li accolse il bambino
la pelle scaldata dal freddo
materna la nenia intonava:
"attendo il calore di un cenno
quel senso d'amore che è istinto
in ogni capanna fa luce".
Tre Magi
Tre magi vennero insieme alla grotta:
il moro, affamato, spingeva un orcio
pesante e vuoto, di odore sereno;
il giallo, un cesto di filo spinato
da cui liberò colombe spaurite;
il bianco, una borsa: carte, parole,
salute, ricchezza, luci, vestiti.
Alzarono un canto, presi per mano:
promesse e auguri con bombe e mitraglie;
il moro piangeva, il giallo gridava,
il bianco dormiva sazio, già stanco;
poi vennero pecore e lupi, pesci e
cammelli, portando fiori di paglia.
Su tutti il bambino accese la stella.