#177 - 17 dicembre 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Racconto

Il segreto di Babbo Natale

di Ruggero Scarponi

Non era mai accaduta una cosa simile.
Soltanto ora che sono vecchio e sto per compiere i trecentosessant’anni, mi sono deciso a mettere per iscritto quanto avvenne nella notte di Natale del…
Una cosa incredibile, se non l’avessi vista proprio io, con questi miei occhi che a quel tempo non erano ancora stanchi e appannati.
Il mio nome è Ghed, e sono un elfo. Sono stato collaboratore di Babbo Natale fin dalla più tenera età. Quanti doni ho aiutato a smistare al Caro Vecchio!
Con qualunque tempo! Col gelo e con la pioggia. Insieme abbiamo contribuito a rendere felici tutti i bambini del mondo. Se solo ripenso alle discese nei camini o alle arrampicate su per i cornicioni dei palazzi! Che vita, che avventure e tutto per far in modo che in ogni casa dove c’erano bambini ci fosse almeno un dono da far trovare sotto l’albero la mattina del venticinque dicembre.
Eppure, ora che mi sono messo a riposo e che vedo giungere il termine della mia lunga vita, non posso immaginare di chiudere per sempre i miei poveri occhi con questo peso sulla coscienza.
Fu nella notte del…l’anno che fece quel freddo eccezionale e tutto il mondo sembrava racchiuso dentro un puro cristallo.
Come sempre eravamo indaffarati a distribuire i doni di qua e di là.
Babbo Natale aveva fretta di terminare il giro per tornarsene al Polo Nord nella sua casetta ben riscaldata a godersi un meritato riposo. Le renne che trainavano la slitta scalpitavano frenetiche e intirizzite e io mi caricavo sulle spalle sacchi enormi di regali da distribuire nelle abitazioni che Babbo Natale m’indicava di volta in volta.
Finalmente alle due di notte tutto il lavoro sembrò concluso.
Sorridente e soddisfatto il Caro Vecchio mi richiamò sulla slitta.
Si torna a casa disse e stava per impartire l’ordine alle renne quando improvvisamente fu colto da un dubbio atroce. Tutti i doni erano stati recapitati ma una casa era stata saltata.
Che fare? Pensare di tornare indietro fino al Polo Nord a prendere il regalo dimenticato era impensabile. Lasciare che un bambino trascorresse deluso il Natale, anche.
Presto, disse Babbo Natale, dobbiamo agire rapidi.
Mi ordinò su due piedi di calarmi dal camino di una casa di una famiglia molto ricca.
Troverai molti doni là dentro, disse.
Prendine uno adatto a quel bambino che abbiamo dimenticato.
Ma…obiettai, questo è…rubare!
Il Caro Vecchio non mi rispose e feci quanto mi aveva ordinato.
Seppi poi che anche quel Natale trascorse felice.
E in fondo dovrei essere contento di avervi contribuito anche se con un’azione non proprio ortodossa.
A volte mi coglie il dubbio su ciò che sia bene o male.
In ogni caso mi ha fatto bene raccontare questo episodio, ora se dovessi chiudere per sempre i miei occhi stanchi lo farei sereno e senza rimorsi...

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