I fumetti di Massimo Zanardi
di Giada Gentili
Massimo Zanardi fa la sua apparizione nel 1981 su Frigidaire, rivista che ha segnato un epoca grazie alla capacità di sperimentare ed osare di tanti grandi fumettisti (oltre ad Andrea Pazienza: Liberatore, Tamburini, Mattioli, Scozzari e molti altri).
C'era altra violenza nei fumetti, specialmente sulle riviste underground dove Andrea Pazienza era solito pubblicare le sue storie, specialmente sulle pagine della rivista-culto Frigidaire, scardinatrice di costumi e scorretta all'inverosimile (finita più volte di fronte al tribunale per denunce di vario genere); c'era ad esempio la violenza inusitata e gratuita presente nel fumetto Ranxerox dove il protagonista uccide e deturpa fantasiosamente e senza alcuno scrupolo chiunque gli sbarri la strada che lo separa dalla piccola Lubna, ma si trattava pur sempre di un robot, un androide e comunque di un fumetto di fantascienza, un futuro magari prossimo, sicuramente degradato e violento ma era qualcosa di non immediato, filtrato dal tempo e dallo spazio, non presente da subito, nella vita di tutti i giorni, nella persona che ti passa accanto.
Quella di Zanardi è violenza e malvagità pura, gratuita e insensata ma dello spaccato quotidiano, del compagno di banco o del vicino di tenda in campeggio, tanto più feroce quanto plausibile, possibile e perfino reale. La violenza di ogni giorno moltiplicata all'infinito e vissuta continuamente e freneticamente ma soprattutto apaticamente, nel fluire lento delle ore di ogni giorno.
Quanti terribili profeti in questa rubrica dei Fumetti! Terribile Zanardi, un nichilista puro che mi ha ricordato (fatti i dovuti paragoni) i terribili "Demoni" di Dostoievskij. Lì era San Pietroburgo alla fine dell'ottocento, qui, siamo a casa nostra. Case divelte, violentate, tassate, umiliate da un Potere che una volta era occulto (ma conosciuto, comunque). Oggi non si preoccupa neppure di nascondersi. Ma talvolta accade il piccolo miracolo. Senza voler scivolare nella politica, domenica il referendum ha sancito una sorta di ribellione democratica dove soprattutto gli "ultimi" e i "giovani" di cui faccio parte anch'io, hanno detto NO a questo Potere.