Attenti al futuro
di Ruggero Scarponi
Il nostro eroe si chiama Alessio e dovete credermi se vi dico che la scelta del nome è del tutto casuale. D’altronde Alessio è un esemplare di quella nuova generazione di autori, personaggi, lettori che non hanno bisogno che qualcuno prenda le decisioni per loro. Essi stessi decidono le storie che vivono e descrivono. Pertanto diventa oltremodo difficile districarsi nella matassa delle cause e degli effetti per cui uno, l’autore, scrive e l’altro, il personaggio, vive. Potrebbe essere esattamente il contrario, o tutte e due le cose insieme. Sta di fatto che il nostro Alessio ora si trova all’ospedale. Ha avuto un incidente in cui ha riportato, ferite, escoriazioni e qualche frattura.
- Colpa di quella puttanella di Mariangela – sbraita Alessio, furibondo.
- Mariangela, è una tua amica?
Ma no che non è una sua amica, o forse si, in ogni caso sappiamo tutti molto bene che Alessio vive la sua storia in un’epoca assai lontana dalla nostra seppure sullo stesso piano temporale.
Mi spiego meglio: Alessio ha immaginato di vivere in un mondo particolare in cui non solo gli uomini posseggono il dono dell’intelligenza, se per intelligenza intendiamo la capacità di esprimerci e comunicare sensi compiuti secondo dei sistemi convenzionali come la parola e la scrittura, ma tutti, tutti a cominciare dagli animali, alle piante e persino gli oggetti cosiddetti inanimati posseggono queste capacità .
Così al mattino Alessio non ha bisogno di prepararsi la colazione, ché la caffettiera, la tazza, il pane e la marmellata conoscono perfettamente il loro compito e sanno coordinarsi di modo che Alessio al risveglio trovi tutto già pronto.
Naturalmente non è che le cose scorrano sempre così facilmente. Dovreste sentire che litigate alle sei del mattino tra pane e coltello. Ognuno incolpa l’altro per le briciole disperse sul piano della credenza e sul pavimento. E così anche la caffettiera con la tazzina che strepita ogni volta che qualche goccia della bevanda finisce sul piattino. E lo zucchero poi! Guai se il cucchiaino ne lascia cadere dei granelli in giro. Insomma se gli uomini sono aggressivi e litigiosi non si può dire che gli oggetti, le cose, siano da meno.
Ma dicevamo che Alessio si trova all’ospedale per colpa di una certa Mariangela che il nostro eroe non ha esitato a definire in un modo non proprio elegante.
Apprendiamo tuttavia che Mariangela è la scooterina di cui Alessio si serve per andare in giro, fuori casa o al lavoro.
- La puttanella – insiste Alessio – mi ha fatto cadere per fare la civetta.
In un mondo completamente animato non ci si deve meravigliare se anche le cose posseggono dei sentimenti. Ed esistendo dei generi anche per loro, sembra evidente che possano nascere delle attrazioni o repulsioni, tali e quali agli uomini. - E va bene – sbuffa Alessio – ma mettersi a sculettare in quel modo…
Cerchiamo di capire che cosa è avvenuto. - Ero uscito di casa come al solito – racconta Alessio – con Mariangela. Erano le sette e trenta e stavo già in ritardo.
- Senti Mariangela,- le dico - vedi di far la brava, vai un po’ più in fretta che sono in ritardo e non vorrei prendermi un altro rimprovero dal capo-ufficio. E’ da qualche giorno che ti sento strana e mi sembra che te la prenda un po’ comoda. Eppure hai tutto il necessario, ti ho fatto fare la revisione, hai tutto quello che ti serve, benzina, olio, liquido per i freni.
Per tutta risposta quella si mette a correre, risentita e quasi offesa dalle mie parole. Per me va bene, dico io, l'importante è che mi fai arrivare in tempo. E invece? Appena imboccata la provinciale quella cretina che fa? Si mette a sculettare sull’asfalto bagnato come una gallinella padovana.
Mariangela! – le urlo – ma che ti prende? Così mi farai cadere, screanzata. Macchè mica mi sente anzi continua a far peggio muovendo il posteriore fino a sbalzarmi di sella. Anche lei però, a fare la stupidina, non se l’è passata tanto bene. Perso il controllo è finita contro un albero. Ero ancora a terra mezzo morto che sento la Mariangela ridotta a un ammasso di ferraglia che sta tubando come una tortora con un bolide settecentocinquanta, fermatosi a prestarci soccorso. Al solo vederlo, quello, rombante e pieno di cromature, ho compreso il motivo dello sculettamento di Mariangela.
Naturalmente questo che ho appena raccontato resterebbe un insignificante episodio se non conducesse a delle serie considerazioni.
Vale a dire: è inutile illudersi, se l’uomo è pieno di difetti anche le sue realizzazioni o invenzioni lo saranno.
E per concludere, si può tranquillamente affermare:
Date alle cose l’intelligenza e ve ne pentirete, prima o poi la useranno contro di voi.
Cari informatici, siete avvisati…