#175 - 3 dicembre 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

SI o NO

di Dante Fasciolo

Fatte le debite proporzioni
con l’evangelico Si Si No No,
tra qualche giorno gli italiani saranno chiamati
a pronunciarsi con un Si o con un No
per questioni ben più terra terra.

Dopo apocalittiche conseguenze messe in scena
dall’uno e dall’altro fronte,
e dopo interminabili ore di canaglieschi scontri verbali
in televisione e reti sociali, e inutili battibecchi sui giornali,
l’opinione pubblica, credo, sia ben lungi dalla verità.

E ammesso che vi sia una sola verità,
ben lungi, credo, sia volontà della politica
a presentarcela in modo semplice e corretto.
Bugie e contraddizioni sono evidenti e in gara
sono scesi mestatori di professione.

Ciò che si è detto e fatto ieri, oggi non vale più;
ciò che credevo giusto ieri, trovo oggi aberrante;
io sono più furbo di te – tu sei più stupido di me;
io sono del popolo – l’intellighenzia è per me;
porti alla dittatura – restiamo nel pantano…

Lo squallore di un ping-pong verbale
mette in ombra il faticoso cammino del Paese
avviato verso una ripresa possibile,
per esaltare le pur presenti antiche carenze
che scuotono le sensibilità degli italiani.

Dunque, il Si o il No che si andrà a pronunciare
non sarà per favorire un’egemonia
né per riaffermare articoli costituzionali,
la discriminazione passerà negli anni avvenire
tra chi dimostrerà volontà di fare
e quanti che del fare non c’è traccia nella loro storia recente

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