Connectography
Le mappe del futuro ordine mondiale
Autore: Parag Khanna - Traduzione di Franco Motta
Fazi Editore
Dalla sua città di residenza, Singapore, il famoso stratega geopolitico indiano Parag Khanna si è spostato verso le mete più disparate, dall’Ucraina all’Iran, dalle miniere della Mongolia a Nairobi, dalle coste atlantiche al circolo polare artico. Grazie ai suoi viaggi ha avuto modo di osservare i mutamenti epocali che stanno investendo il mondo. Migrazioni, megalopoli, Zone Economiche Speciali, comunicazioni e cambiamenti climatici stanno ridisegnando la geografia planetaria: gli Stati non sono più definiti dai loro confini, bensì dai flussi di persone e di legami finanziari, commerciali ed energetici che quotidianamente li attraversano.
In questo scenario anche lo scontro fra potenze assume nuove forme, trasformandosi in un forsennato tiro alla fune: gli eserciti vengono usati tanto per difendere i territori quanto le risorse e le infrastrutture che vi sono custodite.
Sono i prodromi della definitiva scomparsa delle guerre?
Connectography, che chiude la trilogia di cui I tre imperi e Come si governa il mondo sono i primi due volumi, è una mappa dettagliatissima che non solo ci offre una lucida analisi del presente, ma ci propone una visione molto ottimistica del futuro che ci attende: un mondo in cui le linee che lo connettono sono molte di più di quelle che lo separano.
«A chi teme che il mondo stia diventando sempre più chiuso, Connectography offre una nuova prospettiva, più ottimistica» «The Economist»
«La lungimiranza e l’erudizione di Parag Khanna sono impareggiabili: il futuro presidente degli Stati Uniti farà bene a leggere questo libro». Chuck Hagel, ex segretario della Difesa USA
«Si tratta forse del libro più globale mai scritto. È specifico in maniera impressionante, mantenendo l’analisi su ampia scala. Se le infrastrutture determinano il destino del mondo, allora per capire dove il futuro dirige il suo corso basta seguire le reti delle supply chain descritte in questo libro». Kevin Kelly, «Wired»