"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Laveno Mombello - (varese)
Civica raccolta di terraglia
di Alessandro Gentili
Il Museo Internazionale Design Ceramico è allestito nel prestigioso Palazzo cinquecentesco in Cerro, una località del comune di Laveno Mombello, lungo la strada statale che costeggia la sponda lombarda del Lago Maggiore.
Il Museo rappresenta la doverosa testimonianza della storia ceramistica di Laveno Mombello che ha ospitato, a partire dal 1856, importanti manifatture. Tra i direttori artistici delle ceramiche lavenesi, Giò Ponti, Guido Andlovitz, Antonia Campi sono stati i più prestigiosi. Il loro design ha dato un'impronta insuperata nella produzione ceramica.
Il Museo di Cerro ha sede presso il Palazzo Perabò, villa tardo-rinascimentale (fine 1500) costruita dalla famiglia cerrese dei Guilizzoni (arricchitasi con la vendita del carbone, che smerciava specialmente nello Stato Pontificio; col tempo acquistò la proprietà di diversi fondi ed ottenne il titolo comitale).
II Palazzo servì a quei Conti e poi come abitazione. Molto più tardi i conti Guilizzoni si unirono in matrimonio ai nobili De Lemene, antichissima famiglia di Lodi, che si estinse nella seconda metà del secolo scorso.
Per legato testamentale la proprietà passò all'Ospedale di Cittiglio; venne poi acquistata nel 1863 dal sacerdote Don Leopoldo Perabò, da cui il nome attuale del palazzo. Il comune di Laveno Mombello ne decise l'acquisto nel 1969 per destinarlo ad accogliere il museo e le relative manifestazioni culturali.
Nelle sale del Museo sono esposte le opere di questi artisti-designer come Guido Andlovitz e Antonia Campi, che sono tuttora argomento di studio per ricercatori e professionisti del mondo ceramico.
Nelle numerose sale, allestite al piano nobile del Palazzo soprattutto grazie al deposito di pezzi artistici da parte della Richard Ginori 1735, si possono ammirare grandi vasi, portaombrelli, piatti e servizi da tavola finemente decorati, realizzati tra la fine dell'Ottocento e primo Novecento dalle maestranze della Società Ceramica Italiana (SCI) di Laveno Mombello; opere in stile Liberty e pezzi ormai rari di servizi igienici di manifatture italiane e straniere.
Sculture e pannelli in ceramica di A. Biancini, A. Campi, G. Andlovitz, P. Melandri, G. Gariboldi impreziosiscono le pareti del Palazzo e delle sale, attestando l'assoluto livello artistico delle opere prodotte nelle Ceramiche lavenesi.
Al piano terra del Palazzo sono esposte ceramiche di artisti moderni e contemporanei quali Enrico Baj, Agenore Fabbri, ... che hanno tenuto mostre importanti negli anni Ottanta e Novanta ed hanno partecipato alle biennali d'arte denominate "Terra & Terra", testimoniate dai cataloghi in vendita al book shop.
Al Palazzo Perabò negli ultimi anni si sono tenute importanti mostre: Floriano Bodini, Sangregorio, Nino Cassan, Guido Andlovitz, le edizioni Madoura di Picasso, varie edizione della biennale nazionale "Terra e Terra", Arturo Manini, Lucio Fontana ed altre mostre a carattere ceramistico dedicate ai manufatti lavenesi.
Le opere attualmente esposte sono in parte un deposito della società Richard-Ginori, in parte provenienti dalle donazioni Scotti Meregalli e Franco Revelli, e costituiscono un pregevole - seppur parziale - campionario, che va dal 1895 al 1935.
La raccolta risente ovviamente di tendenze artistiche sia storiche sia contemporanee: si hanno perciò decorazioni che vanno dal verismo romantico, ricco di colore e di sfumature, allo stile Liberty ed oltre.
Dopo il 1921, per l'influenza dell'architetto Guido Andlovitz, la produzione dell'antico e del Liberty, ormai superati, decade e si hanno decorazioni più libere e sciolte, anche se alcune su forme tradizionali.
Nella storia della Società Ceramica Italiana (S.C.I.) va detto comunque che, pur in collegamento con le esigenze dell'azienda in cui lavorava, ogni pittore ha sempre rivelato le sue predilezioni. Marco Reggiori, per esempio, si è caratterizzato per paesaggi con uccelli o nature morte; Ida Fonini per i paesaggi lombardi; Luigi Reggiori per i fiori, dei quali rispetta colori e lievità di toni, come pure Jacopini, che però preferisce associarli a paesaggi o nature morte; fiori anche per Giorgio Spertini, ma con tendenza alla stilizzazione orientaleggiante; infine Guido Andlovitz, eclettico per eccellenza, che si rifà all'antico come espressione personale.
Fra i pezzi più significativi, per quanto riguarda la produzione contemporanea, vi sono opere di Ambrogio Pozzi, designer di Gallarate, Candido Fior di Bassano, Zanini e Thun di Milano, Galassi di Faenza, Bucci di Pesaro, Antibo di Savona.