Un fenomeno di moda
Sprayliz
di Giada Gentili
Sprayliz è un personaggio creato da Luca Enoch nel 1992 sulle pagine della rivista L'Intrepido.
Elizabeth è un'adolescente studentessa liceale con la passione per il graffitismo, da cui deriva il suo soprannome. Dal carattere indipendente ed intraprendente, riempie i muri della metropoli dove vive denunciando gli abusi di potere del sindaco e della polizia.
L'ambiguità sessuale della protagonista ha attirato l'attenzione e l'interesse di gruppi gay.
Il fumetto affronta spesso temi sociali che spaziano dal razzismo allo sfruttamento, all'uso terapeutico delle droghe, come Piazza Tienammen e la violenza della polizia.
L'autore, allora trentenne, propose ai lettori una serie fuori dagli schemi, che riusciva a parlare ai giovani con il linguaggio dei giovani.
Elizabeth, che di giorno frequenta il liceo e di notte, dà libero sfogo alla sua passione segreta, quella per i graffiti murali con i quali riempie di colori e di messaggi di denuncia sociale le periferie della metropoli in cui vive.
Il suo soprannome è Sprayliz, rispettato e stimato dal mondo underground dei “writers†e dei centri sociali, detestato dalla polizia che tenta invano di acciuffarla...Ma il tratto che più contribuisce a fare di Sprayliz un personaggio interessante e non facilmente “incasellabile†è la naturalezza con la quale vive la propria sessualità , che la fa oscillare tra lo statuario Abe, poliziotto “buono", e Kate, l’amica del cuore, dichiaratamente gay. Mix riuscito di spontaneità , divertimento e avventure metropolitane che da subito fanno guadagnare al personaggio un successo e un’approvazione trasversale.
Per dirla con parole dell'autore, Luca Enoch: "Sprayliz è il mio primo personaggio, nato per caso, sulle vaghe indicazioni di Pennacchioli, allora direttore artistico de L’Intrepido, che voleva per la storica testata una nuova stagione di storie per giovani, con ambientazioni urbane, realistiche e possibilmente con personaggi femminili. Come ambientazione urbana scelsi allora il mondo dei graffiti e di centri sociali autogestiti, ambienti che non frequentavo (ero già un trentenne e quindi già muffo) ma che mi affascinavano. Nacque la spericolata diciassettenne graffitara che ebbe un immediato riscontro positivo nella comunità LGBT per la presenza della coprotagonista Kate, lesbica dichiarata e vincenteâ€.
Griffiti metropolitani: arte contemporanea, sfogo, liberazione, messaggi, bellezza. Oggi ne è stata riconosciuta la sua importanza. Ma decenni fa? Quando la gente protestava, inorridita? Segni dei tempi, si direbbe. Mah, mi par di sentire gli "altri" quando d'inverno dico che ho la febbre e mi si risponde: "Gira...". Così è. Il gregge deve essere trainato dai luoghi comuni, dalle imposizioni dei mass media, dalla pubblicità , dalla tivvù ...una discesa nel maelstrom del mondo occidentale, dove l'orrore quotidiano oggi ha i vestiti firmati, legge i quotidiani, beve il caffè pubblicitario, apprezza i graffiti perchè di moda....